Strage dei Georgofili, l'appello di Bugli: "Lavorare nelle scuole per sconfiggere la mafia"

foto d'archivio

Un invito a collaborare con la società civile, con le associazioni, ma sopratutto a lavorare nelle scuole per sconfiggere la criminalità, perchè è l'istruzione che taglia l'erba sotto i piedi alla mafia. Questo è l'appello che ha lanciato l'assessore regionale alla presidenza nel corso della cerimonia a Palazzo Strozzi Sacrati di piazza Duomo, sede della presidenza regionale, organizzata in occasione del ventiduesimo anniversario della Strage mafiosa dei Georgofili che a Firenze nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993 costò la vita a 5 persone e il ferimento di altre 48.

L'assessore ha esordito ricordando le vittime dell'autobomba di via dei Georgofili e i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino caduti l'anno precedente per mano mafiosa, gli uomini delle scorte uccisi anch'essi e i tanti magistrati che si sono impegnati nella ricerca della verità su quel sanguinoso tentativo di realizzare una strategia del terrore messa in atto per mostrare l'incapacità dello Stato di difendere i propri cittadini.

Parole di elogio ha avuto nei confronti dell'Associazione dei familiari delle vittime di via dei Georgofili, che di ciò che è accaduto ha sempre tenuta viva la memoria.
Ricordando come la Regione abbia creato un suo Centro di documentazione sulla cultura e la legalità democratica e che continua ad essere parte civile nei processi che si stanno celebrando, ha sottolineato la volontà di reagire mostrata all'indomani della strage da Firenze e dai suoi cittadini.
A suo giudizio le mafie continuano ad operare e oggi sono presenti anche in Toscana con azioni forse meno cruente ma con un'opera non meno minacciosa, attraverso l'infiltrazione negli appalti o il riciclaggio di denaro con l'acquisizione di strutture ed esercizi.
Mantenere viva la memoria e diffondere la cultura della legalità sono i due assi portanti della lotta alla mafia che l'alleanza tra istituzioni e società civile  può e deve continuare a condurre.

 Il mio abbraccio caloroso ai giovani presenti sia il segno concreto di un domani possibile all'insegna della legalità.

Ha concluso il suo intervento così, tra gli applausi dei presenti, il presidente del Senato, oggi seconda carica dello Stato, allora giudice del maxiprocesso alla mafia e uno dei magistrati che che ha vissuto tutta la stagione delle stragi.

Seduto in prima fila nel palazzo della presidenza della Regione Toscana, ha detto di sentire come impegno personale l'essere a Firenze in giorno come questo e che ciò che è acccaduto ventidue anni fa in via dei Georgofili a Firenze riguarda tutti noi e riguarda il Paese. Richiamando quel biennio terribile 1992-93 cioè la stagione delle stragi, ha sottolineato l'eccezionalità della strage di via dei Georgofili che fu attentato mafioso e al tempo stesso un atto terroristico, una sfida alla democrazia e allo Stato di diritto del quale non sono ancora del tutto chiarite le cause e le conseguenze e di cui forse non tutti i mandanti sono stati individuati.

Ricordando di essere stato assegnato alle indagini dalla Procura nazionale antimafia e di aver lavorato a Firenze per due anni alle indagini ha precisato che a suo giudizio che sia stata la mafia a compiere la strage è ormai certo, ma ci sono lati oscuri ancora da illuminare, trame nascoste da far emergere.
Venendo all'attualità ha evidenziato come nuovi processi ci diano nuovi brandelli di verità che anche la politica si deve impegnare a far emergere e che noi dobbiamo una risposta per restituire giustizia alle famiglie che hanno perso i loro cari e la dobbiamo anche ai giovani per insegnare loro che con il senso dello Stato si vince sempre e per garantire alle nuove generazioni un futuro senza ombre né ipoteche.

Per sconfiggere la criminalità la sola azione della Magistratura e delle forze dell'ordine non basta e la repressione della criminalità mafiosa non può mai essere disgiunta dalla correttezza della politica, dalla cultura della legalità e dalle regole della nostra democrazia. Bisogna rafforzare questi principi in ogni occasione e per farlo serve l'impegno di tutti, cittadini, istituzioni, politici, associazioni, sindacati e movimenti perchè è necessaria una reazione forte e diffusa.

Fonte: Regione Toscana

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