
Centododici anni fa un medico appassionato di archeologia portò alla luce a Populonia meravigliosi oggetti etruschi. Era Isidoro Falchi, nato a Montopoli Valdarno nel 1838, eclettico protagonista di quella particolare epoca che, a cavallo del diciannovesimo e ventesimo secolo, unì la passione scientifica al patriottismo - si imbarcò con i Mille di Garibaldi e fu consigliere comunale – e subì il fascino della modernità così come quello della storia antica.
Gli scavi archeologici allora non erano regolamentati come lo sono oggi, ma la formazione del dottor Falchi fece sì che il suo approccio fu scientifico, tanto da redigere un diario di scavo simile alle attuali relazioni tecniche delle Soprintendenze, preziosissimo documento da cui ricavare informazioni sul territorio e sulle tecniche di indagine e dissotterramento dei reperti.
A lui ed a venti tra i più importanti pezzi rinvenuti a Popolunia è dedicata la Mostra dal titolo “La scoperta archeologica di Populonia: Isidoro Falchi-La tomba delle Idrie di Meidias, con un omaggio di Rodolfo Meli”, organizzata dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di S.Miniato in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia ed il Polo Museale della Toscana presso la prestigiosa e storica sede di Palazzo Grifoni, e aperta dal 24 maggio al 28 giugno 2015 ad ingresso gratuito con orario martedì-venerdì 10-13/15-18; sabato, domenica e festivi 10-19.
L’esposizione è curata dall’archeologo Andrea Camilli, funzionario archeologo per l’area di Populonia e Baratti, mentre l’allestimento delle tele di Rodolfo Meli è ad opera di Paolo Bitossi. Tra gli oggetti esposti, concessi dalla Soprintendenza Archeologia per la Toscana, spiccano due straordinarie idrie, vasi attici per l’acqua decorati da Meidias, uno dei massimi esponenti della pittura vascolare ateniese del V sec. a. C.. Finemente dipinte e con ancora presente parte della doratura originale, le idrie ed il corredo che da esse prende il nome sono conservati nei depositi del Museo di Firenze e raramente sono visibili al pubblico, se non quando esposti in eventi temporanei.
Nella mostra si affiancano ai vasi greci una ricca serie di suppellettili, strumenti ed arredi bronzei dalla raffinatissima decorazione, che testimoniano il sorprendente livello dell’artigianato artistico e della metallurgia etruschi. L’esposizione è completata dalla documentazione di archivio inerente gli scavi del Falchi, e da un gioiello in oro identificato dal suo scopritore e disegnato in una delle relazioni.
Populonia, città etrusca che sia affaccia sul mare e sull’Isola d’Elba, antico centro siderurgico e crocevia di traffici commerciali del mediterraneo che raggiunse il suo massimo splendore tra i secoli VI e IV a.C., ha ispirato il pittore Dafni e Cloe, scritto dall’antico romanziere greco Longo Sofista. Sono protagonisti di questa nuova favola Timodemo e Tedeo, con la rocca di Popolunia individuata come palazzo dal quale i due fratelli furono allontanati in tenera età dai ricchi genitori per farli vivere da pastori.
Lì si svolge una festa, nella quale tutti, compresi il re e la regina, indossano la maschere; ad esse, anime protagoniste dietro le quali spesso si cela il pittore quale modello di se stesso, sono dedicate molte opere. Gli echi di una natura potente che avvolge i protagonisti, l’atmosfera mediterranea ed il mistero del popolo etrusco, il mito percepito come parte fondamentale della nostra cultura e cordone ombelicale con le nostre radici più arcaiche sono evocati nelle pitture di Rodolfo Meli, artista fiorentino da sempre legato alla rappresentazione della figura umana ed affascinato dalle epoche antiche, capace di esprimersi attraverso tecniche che vanno dalla pittura ad olio alla fotografia ed alla cinematografia.
“Con questa straordinaria mostra abbiamo voluto rendere omaggio al nostro illustre conterraneo Isidoro Falchi che, grazie alla sua capacità analitica, alla indomita curiosità ed allo spirito moderno ci ha restituito una parte importante della nostra cultura antica, che ci affascina profondamente e dal cui legame non possiamo prescindere.
La sensibilità e la straordinaria capacità espressiva delle opere di Rodolfo Meli sono l’elegante cornice di oggetti etruschi di incalcolabile valore artistico, storico e scientifico. All’artista Rodolfo Meli ed alla Soprintendenza ed al Polo museale della Toscana va il nostro sentito ringraziamento per la realizzazione di una mostra di grande valore per il nostro territorio.”, ha dichiarato il Presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di S.Miniato Antonio Guicciardini Salini.
- Bronzo femminile
- Idria di Meidias
- Timodemo
Fonte: Fondazione CRSM
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