Performance eccezionale come sempre quella delle Sinapsy Interrotte al The Alchemist Pub di Empoli il 9 maggio scorso. Uno dei gruppi più longevi del circondario, può vantare una certa solidità decretata dai circa 11 anni di attività senza nessuna battuta d’arresto.
Il gruppo formato da Daniele Saccoccio (chitarra e voce), Andrea Salani (basso), Alessio Saccoccio (chitarra solista), Michele Sperduto (tastiere) e Simone Gasparri (batteria) ha un ricco repertorio di pezzi originali in stile rock demenziale. I testi delle canzoni, sono impregnati di una sorprendente ironia. Tutto è giocato molto durante le prove, in plenaria, all’insegna del divertimento e della condivisione di comuni esperienze che vengono trasformate all’occorrenza in siparietti grotteschi che strappano più di una risata senza alcuna difficoltà. Una tempesta di idee che diverte loro in primis e gli regala una creatività esente da sforzi, poi... Dissacranti le tematiche trattate. Ma mai scontate o banali. Tanto che portano sempre a chiedersi <<ma questo come gli sarà venuto in mente?>>
Al loro attivo i ragazzi hanno già almeno una trentina di pezzi originali. Dieci dei quali ascoltabili nel primo cd inciso. Nel loro bagaglio, infatti, un disco risalente al 2008, contenente pezzi di una simpatia contagiosa che sono un vero toccasana contro i malumori. Un antidepressivo che andrebbe venduto in farmacia e che si intitola Sì sì , lo so! E che se non avete ancora ascoltato, vi consiglio vivamente d’acquistare.
Tra l’altro le Sinapsy Interrotte, in questo primo lavoro, possono vantare una guest star di tutto rispetto, un ospite del calibro di Rocco Tanica degli Elio e le storie tese, che ascoltando i pezzi in lavorazione li ha apprezzati così tanto da prestare la sua voce per un cammeo nel pezzo “Nella ridente Venezia del nord (Amsterdam)”. Ma estratto da questo disco potete anche godervi il video clip della canzone “Integerrimo vigile”, girato tra Empoli, Brusciana e Tirrenia, e autoprodotto dalla band coadiuvata da amici creativi quanto loro, per un video dalla risata assicurata. (Anche se, vedere una loro performance dal vivo resta veramente tutta un’altra cosa. Un’esperienza imperdibile.)
Presenti nel disco anche una ballata nonsense, “9”, che parla d’amore, forse. “Discoparadiso” che frulla a ritmo dance e riesce a mixare sacro e profano; “Noi giovani moderni” in cui vengono passati in rassegna stereotipi della cultura giovanile. “Centro commerciale” e “ Calvizie pubica” che hanno come temi centrali i diversi aspetti delle relazioni con l’altro sesso. “BrucoMela” un divertente brano sul LunaPark e le sue attrazioni…
Ma i miei preferiti rimangono “Volterrana’s sad blues” e “Gualtiero”. E non vi spiegherò il perché. Basta che li ascoltiate per capirlo.
Questa una carrellata sui pezzi del disco. Un'opera godibilissima, che abbraccia generi musicali vari e caratterizzati da diversi stili anche se accomunati da una imperturbabile leggerezza che si bea di giochi di parole ben riusciti, oltre che della bravura e della squisita tecnica di tutti i componenti della band sia dal punto di vista autoriale che dell’esecuzione.
Il concerto, molto partecipato a livello di pubblico, è stato un vero concentrato d’ironia e qualità per una scaletta che ha ripercorso tutto il meglio della loro carriera, compresi, oltre i pezzi già citati, anche numerosissimi nuovi brani.
Siamo di fronte ad un vero e proprio show di tre ore di cabaret mescolate sapientemente con ottima musica. Tutti i musicisti del gruppo partecipano allo spettacolo, non c’è prevalenza di uno rispetto all’altro, per un mix veramente trasudante coesione, convivialità, amicizia. Il cantante, Daniele Saccoccio, ha una voce veramente convincente, ma la realtà è che tutti sono estremamente talentuosi e animati da una sana passione per lo spettacolo.
Uno show che ha tenuto il pubblico lucido e attento fino a tarda notte. Pubblico stupito come sempre da effetti speciali. La band infatti ha la simpatica abitudine di presentarsi sul palco sfruttando travestimenti ispirati a giochi che spesso solo loro e chi gli è vicino possono capire fino in fondo ma che portano il degenere e l’ilarità ben presto anche in tutto il pubblico. Ogni esibizione è accompagnata da una grande prova di trasformismo e stavolta i cinque si sono presentati con protesi dalle orecchie giganti. Tutti tranne il tastierista che come consuetudine gioca sul doppio senso dei travestimenti, rappresentando una sorta di ‘intruso’, e che per questo ha optato per una maschera da ‘Pierino’, famoso personaggio anni ’80 interpretato da Alvaro Vitali.
Questo il motivo per il quale non mi è facile spiegare il travestimento che ha animato quest’ultima performance, basti solo sapere che l’importante, proprio a detta del gruppo, è che sia qualcosa di condiviso tra loro in qualità di amici. Che li diverta, insomma, come quando sono impegnati in sala prove, anche a rischio di non venire immediatamente compreso da tutti. Perché suonano sì per il pubblico, ma soprattutto per divertirsi e stare bene tra loro. Il segreto di tanta longevità? Il divertimento sano di cinque buoni amici che hanno la passione per la musica, sì, ma più per l’idilliaco rapporto che li lega da tempo. Inoltre c’è un po’ della loro vita e delle persone che li circondano in ognuna delle loro canzoni. C’è un forte lavoro di ricerca. E questo è tangibile. Si respira.
Musicisti eccezionali, hanno doti tecniche invidiabili. E, anche se hanno già fatto parte di altri progetti in passato, questo senz’altro è quello meglio riuscito. Il vero peccato è che gli impegni della vita e i recenti problemi logistici non gli abbiano consentito ultimamente di fare un numero maggiore di live.
Eclettici e poliedrici show man, hanno portato il loro concentrato di energia, ironia e bravura sul palco del The Alchemist regalando alla platea una performance come sempre all’altezza, e guadagnandosi anche stavolta l’ovazione di un pubblico in delirio capace di apprezzare la perfetta sintonia di una band dalle interruzioni sinaptiche apparentemente evidenti…
Giusi Alessandra Vaccaro