
Nella corsa alla vaccinazione contro il meningococco C, che ben tre vittime ha lasciato nel 2015 nell’Empolese Valdelsa su cinque casi, c’è anche chi si è ritrovato per pochissimo a dover pagare una prestazione che poi, in via del tutto straordinaria, sarebbe stata erogata gratuitamente.
È l’esempio citato da una signora che, scrivendo a gonews.it, ha spiegato quel che, ironia della sorte, è avvenuto ai suoi due figli. Entrambi, spiega la signora, hanno sopra i 21 anni e si sono sottoposti il 22 aprile al vaccino tetravalente ACWY. “Avendo letto della Delibera Regione Toscana n. 367/2015 del 27 Aprile relativa alla campagna Meningite C che rende disponibile gratuitamente il vaccino tetravalente ACWY su richiesta nella fascia di età 21-45 anni – scrive la madre – avevo chiesto informazioni all'URP dell'USL se potevo richiedere il rimborso della quota ticket di 34,14 euro che avevo corrisposto per il vaccino effettuato in data 22 aprile (quindi poco prima della delibera) presso l'ambulatorio del medico di famiglia ai miei due figli in quella fascia di età”.
“Le disposizioni aziendali – si legge nella risposta pervenuta dall’Urp dell’Asl 11 – hanno previsto il rimborso solo per coloro a cui è stato chiesto di pagare erroneamente, per mancanza di diffusione dell'informazione aggiornata, dopo il 27 aprile data di pubblicazione della delibera”.
Di fatto, niente rimborso: le date parlano chiaro. La risposta, però, non è stata ben accolta dalla lettrice: “Chi arriva prima di una delibera paga e chi aspetta la delibera invece no. E l'Asl incassa…”, è il suo commento.
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