Deviazioni aiuti in Algeria: RACMI chiede all’ANCI Toscana e al sindaco Biagiotti fedeltà e rispetto al contribuente italiano e straniero

Sara Biagiotti

Noi nelle Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) non siamo sorpresi dalle inaccettabili dichiarazioni del Sindaco di Sesto Fiorentino, Sara Biagiotti, anche nella sua veste di presidente ANCI Toscana, relative alla questione del Sahara marocchino. Sappiamo che alcuni personaggi sono abituati a promuovere e difendere le tesi separatiste, e di sviluppare posizioni che esprimono animosità verso Marocco e che portano pregiudizi alle relazioni italo - marocchine.

Ma avremo avuto piacere che il Sindaco si concentrasse più sui gravissimi problemi sociali che riguardano suo territorio e le ricadute della crisi economica, - anche alla luce dei problemi di bilancio del’ex sindaco, per non paralare di “buco” - e non di conflitti regionali in Africa che sono di competenza dell’ONU.

Avremo avuto piacere che il Sindaco ospitasse alcuni saharawi scappati dall’inferno dei campi di Tindouf verso il Marocco o quelli che cercano da anni i loro parenti spariti sul territori algerino. Tutto ciò solo per far sapere che c’è un’altra atrocità purtroppo trascurata dal Sindaco. Siamo disponibili di invitare alcune di queste vittime al Comune di Sesto F.  se il Sindaco è d’accordo.

Desideriamo ricordare che, in conformità alle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la soluzione del conflitto del Sahara non possa essere che politica, definitiva, negoziata e consensuale. Ogni altri passi non possano che complicare e vedere ritardare la soluzione, e per conseguenza prolungare le sofferenze delle popolazioni a Tindouf.

L’iniziativa del Sindaco che non ha né riscontri oggettivi né impatto positivo sul processo di pace iniziato dall'ONU né alle attese della pace nel Mediterraneo, è controproducente, visto il rischio d’inquinamento che potrebbe causare al clima dei negoziati faticosamente realizzatasi tra le parti.

Ci meravigliamo che il Sindaco non è entrato in contatto con la questione delle deviazioni degli aiuti umanitari internazionali, particolarmente quelli forniti dall’Italia e ci interroghiamo perché ha ignorato il rapporto 2015 dell’Officio della Lotta Anti-Frode (OLAF), organismo dell’UE imparziale, che ha svelato la gravità delle deviazioni sistematiche e organizzate degli aiuti umanitari in Algeria e nei campi di Tindouf. Si tratta di un dovere, di un segno di fedeltà e di rispetto per i sacrifici del contribuente italiano e straniero.

Mentre l’ONU e l’UE raccomandano e chiedono all’Algeria di assumere la sua responsabilità per autorizzare HCR di immatricolare e di organizzare il censimento della popolazione dei campi, il Sindaco, che forse abbia a cuore i diritti umani,  dovrebbe sostenere tali richieste. In questa direzione, insistiamo e chiediamo alle Istituzioni europee e italiane di attuare meccanismi per garantire l’arrivo degli aiuti ai loro beneficiari nei campi; di fare pressione sull’Algeria e sul Polisario, affinché l’Alto Commissariato per i Rifugiati (HCR) possa effettuare l’immatricolazione e il censimento dei rifugiati, per determinare i bisogni reali degli abitanti dei campi; e di fare pressione sull’Algeria per permettere ai rifugiati saharawi sul suo territorio di godere di tutti i diritti dei rifugiati garantiti dalle Convenzioni internazionali, particolarmente il diritto di essere immatricolati presso il HCR, la libertà di circolazione e la possibilità d’accedere a un lavoro dignitoso.

 

Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI)

Notizie correlate



Tutte le notizie di Toscana

<< Indietro

torna a inizio pagina