
Nell’ambito dei lavori per i Nuovi Uffizi, riaprono al pubblico martedì 21 aprile le sale cosiddette dei “Primitivi” della Galleria degli Uffizi. Si tratta delle sale che vanno dalla numero 2 alla 7, la cui chiusura, avvenuta la scorsa estate, si era resa necessaria per l’esecuzione di complessi e delicati interventi per il miglioramento delle condizioni climatiche interne grazie a un nuovo impianto di trattamento dell’aria, e per una nuova illuminazione tramite un sistema che integra luce naturale e artificiale, nell’ambito dei lavori per i Nuovi Uffizi.
Nel percorso rinnovato, oltre alle tre Maestà (che, come il grande trittico de l’Incoronazione della Vergine di Lorenzo Monaco, per l’occasione non sono state rimosse, ma protette in speciali climabox realizzati su misura) tornano così visibili nella loro sede opere di Simone Martini, dei Lorenzetti e Gaddi, di Giovanni da Milano e Gentile da Fabriano, tanto per citare alcuni autori. E a queste si aggiungono 14 opere in più da ammirare provenienti da vari depositi.
ADEGUAMENTI ARCHITETTONICI E IMPIANTISTICI
Dal punto di vista architettonico, gli interventi eseguiti sono consistiti in opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, finalizzate all’eliminazione di elementi incongrui di recente inserimento e al ripristino di materiali e finiture analoghi a quelli originali afferenti alla redazione degli anni Cinquanta, oltre che in opere strutturali per la sostituzione dei lucernari esterni, ora dotati di vetri atermici di tipo calpestabile, e opere finalizzate alla sicurezza in copertura.
Dal punto di vista impiantistico, gli interventi sono stati assai impegnativi ed hanno permesso di conseguire il complessivo rinnovo e la completa integrazione di tutti gli impianti tecnologici a servizio delle sale espositive e dei relativi locali tecnici, compresa la realizzazione di un nuovo sistema di illuminazione, diretta e indiretta, con l’adozione di sorgenti di ultima generazione ad elevata resa cromatica e di un avanzato sistema di controllo e gestione dei meccanismi di oscuramento della luce naturale.
UN ALTRO “TASSELLO” DEI NUOVI UFFIZI
Collocate lungo il Primo Corridoio al secondo piano dell’edificio vasariano, le sale rappresentano, dopo la Sala 1, i primi ambienti del percorso museale, e costituiscono un caposaldo della museografia degli anni Cinquanta del Novecento. La “impaginazione” delle opere in queste sale aveva previsto sulle pareti spazi di privilegio per quelle importanti, sì da segnare il percorso iniziale dell’arte italiana; per esse furono infatti predisposte campiture cromatiche, profilate con piccole gole sul bianco dei muri, a ribadirne il valore. Nel nuovo allestimento, l’invenzione progettuale è stata mantenuta, mutando però, per volontà dell’attuale Direzione della Galleria, il colore delle campiture, che, nelle sale che accolgono opere del Quattrocento, adesso è verde.
“La conclusione dell'intervento alle prime sale che il visitatore degli Uffizi incontra nel suo cammino – ha dichiarato Antonia Pasqua Recchia, Segretario Generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - rappresenta un altro importante momento verso la completa realizzazione dei Nuovi Uffizi, traguardo fondamentale nell’ambito della valorizzazione del patrimonio culturale italiano e punta di diamante del grandioso museo diffuso che è l’Italia”.
“Anche in questa occasione, merita ricordare – ha evidenziato Paola Grifoni, Segretario Regionale del Mibact per la Toscana - come i risultati progressivamente raggiunti e presentati al pubblico in questi ultimi anni siano stati resi possibili grazie agli approfondimenti conoscitivi condotti in corso d’opera fin dall’avvio del cantiere nel 2006 ed abbiano fondamento nei lavori svolti in buona parte nella prima fase di attività, di cui costituiscono la consequenziale prosecuzione in un impegno portato avanti da oltre otto anni. A questo proposito, non deve sorprendere il fatto che i tempi di realizzazione dell’opera abbiano avuto la necessità di essere rimodulati per tener conto delle esigenze determinate dal delicato contesto dell’area monumentale, e dall’obbligo di affrontare un intervento così rilevante a museo sempre aperto e fruibile. Ma occorre anche sottolineare quanto le evidenze architettoniche e le scoperte archeologiche, via via emerse nel corso dei lavori, hanno rappresentato eccezionali occasioni di studio e di ricerca per la comprensione della fabbrica vasariana e per la conoscenza della città antica”.
“Il progetto Nuovi Uffizi – ha detto Alessandra Marino, Soprintendente Belle Arti e Paesaggio di Firenze Pistoia e Prato e responsabile del Procedimento del cantiere Nuovi Uffizi - ha previsto, per queste sale, interventi che ne hanno migliorato le condizioni in copertura e le dotazioni tecnologiche senza alterarne la configurazione impressa negli anni Cinquanta; Sono stati adeguati gli impianti di climatizzazione e gli impianti speciali (videosorveglianza, antincendio, antintrusione), sostituiti i lucernari esterni e rinnovati quelli interni, restaurando ed automatizzando il sistema di brise soleil posto in opera nel dopoguerra, è stato migliorato il sistema di illuminazione con l’uso di tecnologie di nuova generazione, pur nel rispetto dell’originaria impostazione derivante dall’illuminazione naturale, ed infine sono stati restaurati gli intonaci mantenendone la chiara tonalità novecentesca. Lavori particolarmente complessi, soprattutto sotto il profilo impiantistico, affrontati tuttavia con il rispetto e la discrezione che i luoghi richiedevano, per non turbare quella ‘sommessa eleganza’ che, oggi come allora, rappresenta la cifra distintiva delle Sale dei Primitivi”.
“Nel concepire il nuovo ordinamento delle opere nelle Sale dei Primitivi (intervento magistrale degli anni Cinquanta del Novecento) s’è voluto osservare – ha aggiunto Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi – la stessa discrezione e lo stesso rigore filologico praticati nelle stanze storiche del museo. Ed è stata operazione non proprio agevole perché, nei piani odierni, le tavole esibite non sempre corrispondono a quelle che determinarono le scelte d’allora. Con l’addizione di queste rinnovate Sale (prese peraltro a modello per quella del Dugento, recentemente inaugurata, in testa al corridoio di levante) sono pochi gli ambienti che rimangono per completare la teoria dei vani affacciati sullo stesso corridoio. E, se i piani della Direzione attuale verranno rispettati, saranno quelli dove troveranno luogo le creazioni dell’Umanesimo, segnatamente fiorentino, da Masaccio a Leonardo, passando per Botticelli. Per il quale già da tempo abbiamo predisposto il nuovo ordinamento”.
“In relazione al tema della luce – ha sottolineato Marinella Del Buono, direttore dei lavori – oggi le Sale dei Primitivi si mostrano nuovamente in piena luce, naturale, che filtra attraverso le ampie superfici vetrate dei lucernari esterni e che, convenientemente dosata dai brise-soleil a comando automatico, si diffonde tramite le lastre opaline dei lucernari interni; la luce artificiale di tipo indiretto, che viene ad integrare o sostituire l’illuminazione naturale qualora insufficiente o mancante, e quella di tipo diretto, che sottolinea con luci di accento di misurata intensità lo splendore delle superfici dipinte; infine, la luce, soffusa e discreta, riflessa dalle superfici, uniformemente satinate, dei soffitti e delle pareti restituite alla candida tonalità delle origini”.
QUATTORDICI OPERE IN PIÙ
La riapertura delle Sale dei Primitivi della Galleria degli Uffizi coincide con l’immissione di 14 opere che prima non erano presenti nelle sale e la cui scelta è stata effettuata dal Direttore Natali e da Daniela Parenti, direttrice del Dipartimento pittura del Medioevo e primo Rinascimento della Galleria degli Uffizi. In particolare nella Sala 2 trovano spazio anche una Madonna col Bambino di Lippo di Benivieni, la Maestà e angeli del Maestro della Santa Cecilia, una Croce dipinta di Pacino di Bonaguida e un trittico portatile con la Madonna in trono, Crocifissione e santi opera della Bottega di Pacino di Buonaguida, mentre nella Sala del Trecento sono quattro le opere che si aggiungono a quelle già presenti. Altrettante “nuove” tavole dipinte si possono ammirare nella Sala intitolata a Lorenzo Monaco (nn. 5-6) e sono una Crocifissione di Niccolò di Pietro Gerini, un Redentore benedicente di Spinello Aretino, Due scomparti di predella con storie di San Romualdo di scuola pisana e un’Ascensione di Cristo e Santi di Neri di Bicci. Completano la lista dei nuovi inserimenti un’opera di Nicola di Guardiagrele e tre tavole di Niccolò di Pietro, che trovano sistemazione nella Sala numero 7, dedicata a Gentile da Fabriano e al Gotico Internazionale.
ATTENZIONE
In AreaStampa del sito web del Polo Museale Fiorentino, oltre al presente comunicato, è disponibile un’ampia selezione di fotografie relative sia ai lavori di adeguamento impiantistico, sia del rinnovato allestimento e il pieghevole realizzato per l’occasione (in formato pdf).
ELENCO DELLE OPERE PRESENTI NELLE SALE 2-7
Indicate in rosso quelle che prima non vi erano esposte
Sala delle Maestà (2)
-Cimabue (Firenze, notizie dal 1272 – 1302), Maestà di Santa Trinita, tavola, 422 x 243 (inv. 1890, n. 8343)
-Duccio di Boninsegna (Siena 1255 circa – 1319), Maestà dei Laudesi, tavola, 450 x 293 (Deposito da Santa Maria Novella)
-Giotto (Vespignano, Vicchio di Mugello, 1267? – Firenze 1337), Madonna d'Ognissanti, tavola, 356 x 229 (inv. 1890, n. 8344)
-Giotto, Polittico di Badia, tavola, 91 x 334 (inv. Dep.7)
-Maestro della Santa Cecilia, Santa Cecilia in trono e storie, tavola, 85 x 181 (inv. 1890 n. 449)
-Maestro della Santa Cecilia, Maestà e angeli, dalla chiesa di S. Maria Maddalena in Pian di Mugnone, tavola, 230 x 150 (in deposito dal Museo di San Marco)
-Lippo di Benivieni, Madonna col Bambino, tavola, 75,5 x 56 (inv. 1890, n. 9487)
-Pacino di Bonaguida, Croce dipinta, tavola, 40 x 29,5 (Deposito dalla Società Colombaria)
Bottega di Pacino di Buonaguida, Trittico portatile con la Madonna in trono, Crocifissione e santi, 61,7 x 40,4, inv. 1890 n. 9806
-Cerchia di Pacino di Bonaguida, Trittichetto portatile: Crocifissione; Stimmate di San Francesco e Santo vescovo (inv. 1890, n. 9919)
-Jacopo del Casentino (? 1290 circa – Firenze, post 1358), Trittichetto con Madonna col Bambino e Santi, tavola, 39 x 42,5 (inv.1890, n.9258)
Sala del Trecento (3)
-Maestro di San Torpè, Madonna col Bambino, tavola, 60 x 38,5 (inv. 1890, n. 9920)
-Francesco Traini (bottega), Santo vescovo; tavola, 113 x 43 (inv. 1890, n. 6109)
-Simone Martini (Siena 1284 circa – Avignone 1344) e Lippo Memmi (Siena? 1290 circa – 1347 circa) Annunciazione e Santi, datata 1333, tavola, 180 x 288,5 (inv. 1890, nn. 451, 452, 453)
-Ambrogio Lorenzetti, Presentazione al Tempio, datata 1342, tavola, 257 x 168 (inv. 1890, n. 8346)
-Pietro Lorenzetti (Siena 1280 circa – 1348?), Madonna col Bambino e Angeli, tavola, 174 x 147,5 (inv. 1890, n. 445)
-Bartolomeo Bulgarini, San Pietro e San Giovanni Battista, due laterali di polittico; rispettivamente, 167 x 45 (inv. 1890, nn. 6136-6137)
-Luca di Tommè, Annunciazione e santi, tempera su tavola, 144 x 169, depositi
-Simone dei Crocifissi, Natività, tavola, 47 x 25, (inv. 1890, n. 3475)
Sala del Trecento a Firenze (4)
-Ambrogio Lorenzetti (Siena 1285 circa – 1348), Due tavole con quattro Storie di San Niccolò, tavola, 97 x 52,5 ciascun elemento (inv. 1890, nn. 8348, 8349)
-Ambrogio Lorenzetti, Madonna col Bambino,San Niccolò e San Procolo, documentata nel 1332, tavola, 170 x 160 circa (inv. 1890, nn. 9411, 8731, 8732)
-Pietro Lorenzetti, Polittico della Beata Umiltà, tavola, pannello di supporto: 252 x 235 (inv. 1890, nn. 8347, 6120-6126, 6129-6131)
-Bernardo Daddi (Firenze, 1290 circa - 1348), Madonna col Bambino, San Matteo e San Niccolò, datata 1328, tavola, 145 x 198 (inv. 1890, n. 3073)
-Bernardo Daddi, Polittico di San Pancrazio, tavola, pannello di supporto: 340 x 397 (inv. 1890, nn. 8345, 6127-6128)
-Taddeo Gaddi (Firenze 1300 circa – 1366), Madonna col Bambino, Angeli e Santi, tavola, 153,5 x 82,5 (inv. Depositi, n.3)
-Nardo di Cione (Firenze 1320 circa – 1365/1366), Crocifissione, tavola, 158 x 80,5 (inv. 1890, n. 3515)
-Giottino (Firenze 1320/1330 – post 1369), Pietà di San Remigio, tavola, 234 x 151 (inv. 1890, n. 454)
-Giovanni da Milano (Como 1325 circa – post 1369), Dieci elementi del Polittico di Ognissanti, tavola, 132 x 39 (ciascuno dei cinque pannelli) e 49 x 39 (ciascuna delle cinque formelle) (inv. 1890, n. 459)
-Bernardo Daddi, Madonna col Bambino, Angeli e Santi, tavola, 62,5 x 28,5 (inv. 1890, n. 8564)
-Andrea Orcagna (Firenze 1320 circa – 1368) e Jacopo di Cione (Firenze 1330 circa – 1398), San Matteo e storie della sua vita, tavola, 257 x 264 (inv. 1890, n. 3163)
Sala di Lorenzo Monaco (5-6)
-Niccolò di Pietro Gerini, Crocifissione, tavola, 114 x 65, (inv. 1890 n. 10583)
-Spinello Aretino, Redentore benedicente, tavola, d. 26, (inv. 1890, n. 10609)
-Pittore pisano, Due scomparti di predella con storie di San Romualdo, tavole, 44 x 77 ciascuna, (inv. 1890, nn. 3339, 3340)
-Niccolò di Buonaccorso (Siena notizie dal 1372 al 1388), Presentazione della Vergine al Tempio, tavola, 51 x 34 (inv. 1890, n. 3157)
-Andrea Vanni (Siena 1332 circa – 1414), Madonna col Bambino, tavola, 84 x 65 (inv. 1890, n. 9476)
-Agnolo Gaddi (Firenze 1350 circa – 1396), Crocifissione, tavola, 84 x 101 (inv. 1890, n. 464)
-Lorenzo Monaco (Siena? 1370 circa – Firenze 1425?), Incoronazione della Vergine, tavola, 462 x 450 (inv. 1890, n. 885)
-Lorenzo Monaco, Adorazione dei Magi, tavola, datata 1414, 162 x 183 (inv. 1890, n. 466)
-Giovanni dal Ponte (Firenze 1385 – 1437), Storie di San Pietro e quattro coppie di Santi, tavola, 42,5 x 237 (inv. 1890, n. 1620)
-Neri di Bicci, Ascensione di Cristo e santi, tavola, 197 x 244, (inv. 1890, n. 8609)
Sala di Gentile da Fabriano e del Gotico Internazionale (7)
-Nicola di Guardiagrele (Guardiagrele, prima metà del secolo XV), Madonna dell'Umiltà, tavola, 67 x 51 (inv. 1890, n. 3338)
-Gentile da Fabriano (Fabriano 1370 circa – Roma 1427), Adorazione dei Magi, tavola, 301,5 x 283 (inv. 1890, n. 8364)
-Gentile da Fabriano, Quattro Santi del Polittico Quaratesi, tavola, 196 x 60,5 (inv. 1890, n. 887)
-Niccolò di Pietro (attr.), Tre storie di San Benedetto, tavola, 108 x 62,5; 110 x 66; 108,5 x 62,5 (inv. 1890, nn. 9404, 9403, 9405)
-Masolino (San Giovanni Valdarno 1383? – 1440), Madonna dell'Umiltà, tavola, 110,5 x 62 (inv. 1890, n. 9922)
Angelico (attr.), La tebaide, tavola, 75 x 208 (inv. 1890, n. 447)
Fonte: Ufficio Comunicazione Opera Laboratori Fiorentini Spa - Civita Group
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