
Sono orgoglioso e onorato di essere qui oggi a votare questa delibera, un atto che conferisce a Andra e Tatiana Bucci la cittadinanza onoraria di Firenze.
Orgoglioso di poter avere fra i miei “cittadini” due donne, due persone come loro.
Storia di una lunga vita, una vita sofferta e per far capire minimamente questo dolore vissuto, voglio riportare un passaggio dal libro “Meglio non sapere” di Titti Marrone, che racconta la loro vita:
“La blockova chiamò da una parte me e mia sorella e ci parlò con aria grave. Ci disse. “Verranno degli uomini, raduneranno tutti voi bambini e vi diranno: chi vuole vedere la mamma e tornare con lei, faccia un passo in avanti. Voi dovete rimanere ferme al vostro posto, non rispondere assolutamente nulla”. Dicemmo subito a Sergio – suo cugino – quel che ci era stato suggerito da quella donna… Non potevamo saperlo, ma uno di loro era il dottor Mengele”. Sergio purtroppo cedette alla comprensibile voglia di riabbracciare sua madre, purtroppo non fece più ritorno.
Concludo con un ricordo vivo e forte, era il 27 gennaio di cinque anni fa, quando con il mio liceo andai al Mandela Forum per la Giornata della Memoria, pensavo fosse una delle tante gite scolastiche, ma mai esperienza fu più formativa ed emozionante. Ho in testa ancora quel momento, quando sul palco salirono queste due donne, due sorelle, Andra cominciò a raccontare la loro storia al microfono, per l’ennesima volta, la loro vita, ricordando quel dolore che avevano subito.
Andra cominciò a raccontare e dopo pochi secondi si fermò, pochi attimi di silenzio, quel microfono pesava come un macigno. Andra si fermò e stese il braccio con il microfono a Tatiana, perché non poteva continuare, la voce non c’era e si respirava il tanto dolore sofferto Quel passaggio l’ho visto come una staffetta, una richiesta d’aiuto a sua sorella. Che continuò con altrettanto dolore la storia.
Ma quel braccio steso, quel microfono, raccontavano più di tante parole l’orrore che avevano vissuto.
Nonostante il dolore hanno continuato e continuano a raccontare quell’inferno ai ragazzi della mia età e non solo. Quindi mi pare giusto dare a loro questo riconoscimento dinanzi il loro enorme impegno a testimoniare la storia.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa
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