La Cgil: "Chiarezza sulla sorte dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario"

Mario Batistini (foto gonews.it)

"Come è noto, in attuazione della Legge Marino, il 31 marzo scorso è scaduto il termine per la chiusura definitiva degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

Una scelta per la quale come CGIL e FP CGIL ci siamo da sempre impegnati.

In Toscana l'istituto interessato è quello di Montelupo Fiorentino. La gestione degli ex internati è stata quindi demandata alla Regione Toscana e al SSN.

La Regione Toscana, dopo diverse possibili opzioni, ha deciso che la struttura dedicata all’accoglienza dei pazienti in situazione di maggiore gravità (REMS) sia situata all'interno della struttura a detenzione attenuata Mario Gozzini, conosciuta dai più come Solliccianino.

La CGIL e la FP CGIL di Firenze esprimono preoccupazione e forte perplessità per la soluzione individuata dalla Regione per due fondamentali ragioni:

  • l’evidente rischio di compromettere una esperienza di rilevante valore sociale e civile come quella della “Custodia Attenuata” prevista all'istituto Gozzini. Una struttura, quella di Solliccianino, impegnata dal 1989 nella realizzazione di interventi terapeutici e psico-socio-educativi a favore di una parte della popolazione detenuta. Un fiore all'occhiello nel settore del trattamento riabilitativo e del reinserimento sociale, così come previsto dalla Costituzione.
  • Altro fondamentale elemento di preoccupazione è che la Legge Marino, che ha disposto la chiusura degli OPG, esclude che le REMS siano collocate all'interno di strutture penitenziarie come è appunto l’istituto Mario Gozzini. Si disattendono in tal modo il senso e le finalità della legge che ha voluto separare il trattamento sanitario, pur in situazione di custodia e di sicurezza, dalla condizione detentiva.

I lavoratori che operano nelle strutture dell’OPG e del Zozzini, che non sono solo dipendenti pubblici, ma anche quelli che lavorano per i servizi esternalizzati, hanno diritto di sapere quale sarà il loro destino lavorativo e come dovranno organizzarsi con le loro famiglie. In questi anni si è costituito un patrimonio di professionalità che non può essere disperso o dequalificato.

In conclusione ci pare che con questa scelta anziché risolvere un problema si rischia seriamente di crearne due.

E’ necessario e urgente un approfondimento della questione da parte di tutte le Istituzioni competenti, anche attraverso un confronto con la realtà degli operatori e dei professionisti che ogni giorno sono impegnati nell’area psichiatrica, del disagio psico- sociale e della condizione carceraria".

Mario Batistini (CGIL Firenze) - Donato Petrizzo (FP CGIL Firenze)

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