
<A settembre sarebbe tornata in Nigeria dove c’erano i figli, magari a fare la nonna>. Le operatrici sociali del progetto ‘Saly’ sulla riduzione del danno rivolto alle sfortunate donne di strada, hanno dato con poche e semplici parole un'immagine di umanità alla donna nigeriana che si prostituiva nel pisano e che è stata uccisa poco prima di Pasqua da una mano ancora ignota. Una notizia rimbalzata da Vecchiano alle cronache empolesi perchè Iriagbonse Eghianruwa, questo era il suo nome, viveva proprio nella nostra città. Nessuno di noi, probabilmente, la conosceva. In città 'Grazia la nera', come era conosciuta, dormiva e basta, sempre se persone con quella vita e quella storia riescono a farlo. Ogni giorno prendeva il treno per Pisa e da lì andava in autobus nella zona dove si prostituiva per racimolare i soldi per vivere lei e mantenere i propri cari. <Come tutte le altre donne africane – sono sempre parole di chi verso di lei ha teso la mano - era venuta in Italia con sacrificio, per dare alla propria famiglia la possibilità di una vita migliore da quando le era morto il marito. Era venuta in Italia per i suoi figli ed è grazie a lei se hanno potuto studiare e si sono laureati>. Chissà come era arrivata, Iriagbonse, chissà come aveva viaggiato dalla Nigeria, chissà da quanto tempo era qui, chissà perchè proprio a Empoli. Una notizia letta di sfuggita sullo smartphone, una donna che nella nostra mente appare comunque lontana anche se vive accanto a noi, una delle tante facce senza identità che ogni giorno vediamo in tv arrivare su un barcone, magari sentendo anche chi, pagato con soldi pubblici, auspica nella migliore delle ipotesi che se ne stiano a casa o, nella peggiore, che qualcuno le butti a mare. Ma anche Iriagbonse era una persona, con la sua storia, i suoi affetti, i suoi sogni stroncati chissà da chi con dieci fendenti mortali. <Dietro a ‘Grace la Nera’ c’era una donna meravigliosa e solare, con un sorriso bellissimo e una persona che sapeva guardare oltre le differenze. Per questo noi siamo onorate di averla conosciuta>. E per questo noi, dopo tante fredde frasi di lanci Ansa, siamo felici di aver letto queste belle parole ad accompagnare il trapasso di una donna che ha avuto la sfortuna di nascere in un paese ed in una situazione difficili e che, ad un passo dal sogno di tornare a casa e di lasciarsi alle spalle le brutture della strada, ha incontrato un assassino.
Visto che viveva qui a Empoli pensiamola tutti anche solo per un momento, ricordando sempre che dietro ad una notizia che ci appare magari così lontana ci sono sempre una persona, i suoi affetti e i suoi sogni e sperando che possa ora trovare una vita migliore di quella vissuta su questa terra dove non possiamo fare altro che sperare nella giustizia. Riposa in pace Iriagbonse.
Marco Mainardi