Opg, la FNS CISL Toscana: "Tanta demagogia e assenza di concrete soluzioni"

L'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino (foto gonews.it)

Domani scade il termine di cui alla Legge 81 del 30 maggio 2014. Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari devono concludere la loro funzione relativa alla gestione da parte dell’Amministrazione Penitenziaria delle persone autori di reati – dichiarati incapaci d’intendere e volere, oltre che sottoposte a privazione della libertà personale per Pericolosità Sociale - che venivano Internati in OPG piuttosto che dichiarati Detenuti ed affidati alle Case Circondariali e/o alle Case di Reclusione.

Questa è la conclusione di un percorso che delineava già dopo il 1978 la Legge Basaglia, che chiudeva i Manicomi Civili ma rinviava ad una successiva fase la stessa operazione per quelli Criminali. Purtroppo però proprio gli OPG hanno per tanti anni coperto la vergogna di un Paese, l’Italia, che non aveva create le Strutture previste dalla stessa legge Basaglia, ospitando con la diffusa complicità del sistema “Istituzioni” tanti malati che prima che in strada sono stati Internati in queste Strutture Penitenziarie.

Non deve indurre in errore infatti la dicitura OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) perché non trattasi di Struttura Sanitaria, come molti hanno tentato e continuano a tentare di classificare queste Strutture, ma di una tipologia d’Istituto dell’Amministrazione Penitenziaria nell’esecuzione penale di restrizione della libertà individuale nelle persone autori di reati. Certo una Struttura Penitenziaria con spiccate attività di assistenza sanitaria al proprio interno, ma sostanzialmente un carcere.

In alternativa, dopo domani, gli Internati dovrebbero essere portati nelle REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) piccole Strutture delle ASL che non devono ospitare normalmente più di 20 persone. Una previsione che – di fatto – realizza una modifica circa la gestione delle persone autori di reati in Italia, affidando la competenza non più allo Stato come previsto per le attività del Ministero della Giustizia, ma definisce in capo alle Regioni una attività non prevista dal decentramento di  funzioni. Non bastasse questo c’è poi il problema del Codice Penale che resta invariato e che pone i Giudici nella condizione di continuare a decidere nelle uniche scelte, poste dalla Legge rispetto alla privazione della libertà individuale nei soggetti autori di reato: o dichiararli detenuti se capaci d’intendere e volere ed affidarli alle case Circondariale e/o di Reclusione, oppure dichiararli Internati se incapaci d’intendere e volere ed affidarli agli OPG. Ma nel frattempo l’OPG risulta – sulla carta – chiuso!

C’è poi la questione delle Regioni non pronte con le REMS. Ad oggi pochissimi casi in Italia potranno ricevere tra 48 ore i soggetti dimessi dagli OPG e comunque da inserire in una Struttura che possa impedire la “libera circolazione” tra i Cittadini di chi oggi ancora in OPG. Tra queste non c’è la Toscana, una delle Regioni fautrici di questa Riforma e che poi non si è fatta trovare pronta.

Ma la chiusura degli OPG presenta anche altri rischi, legati per esempio al fatto che la criminalità organizzata potrebbe tornare a guardare con interesse questa ipotesi alternativa al carcere. Per un mafioso, un camorrista, ‘ndranghetista o della sacra corona, invece di un ergastolo in carcere tornerà conveniente ricercare un percorso fatto di perizie psichiche (visti i notevoli mezzi economici di cui quel sistema dispone per pagarsi periti e capacissimi avvocati di parte) per farsi riconoscere incapace d’intendere e  volere, scontando così non più una reclusione dietro le sbarre ma venendo affidato alle cure delle ASL nelle REMS.

E c’è il rischio inverso all’OPG. Visto che i Giudici non potranno più dichiarare certi autori di reati quali Internati ed affidarli agli OPG appunto, la valutazione di perizie etctera etctera potrebbe complicarsi e vedere persone che comunque sono portatori di gravi disturbi psichici essere invece valutati come capaci d’intendere e volere, affidandoli alle Carceri Italiane quali Detenuti. Il mix che si determinerebbe nei Penitenziari, con soggetti dalla personalità gravemente disturbata fatti forzatamente convivere con detenuti che quei disturbi non hanno e devono anzi fare un percorso di espiazione e rieducazione, potrebbe risultare pericoloso, sia per la sicurezza degli Istituti stessi ma – soprattutto – del personale di Polizia Penitenziaria che nelle Carceri opera.

Infine la questione di Montelupo Fiorentino. L’Amministrazione Penitenziaria organizza da tempo immemore la propria attività, fino ad oggi con la funzione di OPG, all’interno di un plesso storico monumentale che è la Villa medicea dell’Ambrogiana. Dopo le tante visite ispettive o meno da parte della Politica la parte meno nobile del plesso monumentale, un padiglione dove sono organizzati i reparti detentivi, è stato completamente ristrutturato, spendendo negli ultimi 3 anni circa 7,5 milioni di euro, con  un Reparto e spazi di attività comuni per i reclusi che oggi non è esagerato definire strutturalmente il migliore in Toscana.

Con la chiusura della Funzione di OPG l’Amministrazione Penitenziaria riconvertirà Tutte le Strutture che erano destinate a tale scopo in Italia ad altra funzione penitenziaria, eccezion fatta per Montelupo Fiorentino che invece pare dover lasciare, più per scelte politiche non del Ministero della Giustizia e del DAP ma del Governo stesso, per un futuro che appare all’orizzonte più tramite dichiarazioni giornalistiche che altro; si parla di un futuro Centro Congressi nella parte di maggior pregio del plesso  storico, così come di un possibile cambio d’uso del padiglione penitenziario appena ristrutturato che (dopo una necessaria demolizione) potrebbe essere destinato ad un gran resort. Nel frattempo il Ministero chiude per ristrutturazione il prossimo mese il carcere di Pistoia (per danni subiti da eventi sismici), dovendo ancora capire quale regione potrebbe ricevere i detenuti visto che in Toscana i carceri sono al completo.

Infine il personale di Montelupo Fiorentino, che se la scelta sarà quella che si prospetta dovrà essere posto in mobilità, trasferendosi con le Famiglie in altre zone d’Italia e/o  della Regione, magari dovendosi rivendere gli immobili che avevano acquistato negli anni a Montelupo per stabilirsi in quel Paese ed inserirsi nel tessuto sociale locale. Ma per loro e le loro Famiglie nessuno pare preoccuparsi più di tanto.

Speriamo che Tutte le Istituzioni, gli Organismi Politici, le Redazioni giornalistiche e le Agenzie di Stampa che riceveranno questa ennesima lettera aperta, potranno fare qualcosa e portare all’attenzione Pubblica un dibattito che invece pare essere gestito in maniera sorda, come tante altre questioni nel nostro Paese".

Fabrizio Ciuffini, Segretario Generale FNS Cisl Toscana

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