Quante volte vedendo per strada coppie abbracciate ci capita di dirci “che carini! Come sono innamorati!” oppure di essere noi stessi indecisi tra due persone verso le quali proviamo qualcosa di diverso, sicurezza, familiarità e attaccamento verso una e passione ed eccitamento verso l’altra?
Cosa sono quindi l’innamoramento, l’eccitazione, l’attaccamento? Sono qualcosa di diverso o fanno parte della stessa dimensione?
Quando c’è un legame sentimentale si possono evidenziare quattro ingredienti che, come in una ricetta, si trovano in sequenza e portano ad un relazione stabile:
- il desiderio di stare vicino ad una persona in particolare;
- il cercarla quando stiamo male o siamo sotto stress;
- il provare ansia quando non è vicino a noi;
- il sentirsi forti e con la voglia di esplorare il mondo se quella persona la sentiamo vicina e disponibile.
Certo, a volte potrebbero venirci in mente persone diverse per ognuno di questi “ingredienti” ma questo può dipendere dalla fase della relazione in cui ci troviamo e dalla nostra età. Se non abbiamo ancora 15/16 anni magari possiamo sentirci a disagio se sono i nostri genitori ad allontanarsi o se non li sentiamo disponibili a darci aiuto. Se invece siamo un po’più maturi allora tutto può dipendere dalla durata della nostra relazione: sembra infatti che due anni sia un periodo cruciale oltre il quale si può parlare di relazione di attaccamento verso il partner che viene indicato come colui o colei che ci fa provare ansia se si allontana troppo e sul quale possiamo contare in caso di bisogno.
Questi ingredienti però sono gli stessi che possiamo trovare nella relazione madre-bambino, relazione che, come quelle sentimentali tra adulti, attraversa queste fasi e dimensioni. Certo sono piuttosto diverse!
La relazione di attaccamento tra adulti si basa sulla reciprocità, sull’assumere ruoli diversi, una volta si è colui/colei che ha bisogno di cure, altre quello che le offre, mentre quella madre-bambino è di tipo complementare, i ruoli sono fissi: la mamma protegge suo figlio mentre lui riceve cure e attenzioni.
Inoltre, l’altra grande differenza è ovviamente l’attrazione sessuale, infatti, affinché si sviluppi un relazione di attaccamento stabile due persone devono essere attratte l’una dall’altra.
Ma allora perché c’è questa somiglianza? Cosa c’entrano il batticuore e i sospiri con l’attaccamento del bambino verso la propria mamma?
Perché questo legame è talmente forte che ha permesso alla nostra specie di sopravvivere, infatti, l’attaccamento che si sviluppa tra madre e figlio consente anche lo sviluppo di altre relazioni di affiliazione e perché è l’unico legame che permette a due individui di stare insieme per poter allevare dei figli che hanno bisogno di molto tempo per essere autosufficienti.
Amare significa quindi anche proteggere, prendersi cura di qualcuno, confortarlo quando sta male, proprio come fa una mamma con il suo piccolo che impara a fidarsi di lei, a chiederle aiuto, a favorire la vicinanza e il contatto con lei.
Nella relazione mamma bambino c’è una sorta di “allenamento” nel dimostrare questi comportamenti di cura e a percepire l’altro come disponibile nell’offrirli ed è quello che si ripropone poi nelle relazioni di coppia stabili.
Anche da adulti si percepisce la persona amata come più forte e più saggia, che può proteggerci e consolarci quando abbiamo bisogno e che attenua quella paura antica che ci fa temere la solitudine e temiamo quindi di perderla.
Per finire quindi possiamo dire che il corteggiamento, il desiderio di contatto, l’innamoramento, sono più tipici delle prime fasi di un rapporto, ma quando queste emozioni si trasformano e compare l’ansia da separazione e la percezione dell’altro come base sicura, allora si può parlare di legame di attaccamento e sono proprio questi sentimenti di sicurezza e fiducia, senza i quali sperimenteremmo tristezza e solitudine, a rendere la relazione di coppia diversa dalle altre relazioni che possiamo avere nella vita adulta.
Nel caso in cui vogliate suggerirci un argomento da affrontare o esporci una vostra problematica o preoccupazione scriveteci a studiopsicologicoilcammino@gmail.com e noi vi risponderemo o pubblicando la lettera in forma anonima o affrontando la tematica da voi richiesta.
Elena Nencini