
"È diritto dei lavoratori dell'industria conciaria, anche se interinali, richiedere il premio variabile di risultato". Loris Mainardi, dalla Camera del Lavoro di Santa Croce, lancia l'allarme sui premi di produzione in arrivo ad aprile. Alla conferenza stampa di oggi, venerdì 13 marzo, Mainardi, assieme al segretario Fit Fabio Carmignani, ha voluto puntare il dito su un "fenomeno increscioso che già è avvenuto negli anni passati". Nel 2014 la Camera del Lavoro ha emesso vertenze sul tema per quasi 100 lavoratori. "Nel distretto del cuoio dove si dice che i diritti vengono rispettati, in realtà non viene riconosciuto un diritto fondamentale, per giunta economico", afferma Mainardi.
"I lavoratori interinali nelle concerie non ricevono questo premio, seppure in proporzione per il periodo di lavoro dell'azienda", spiega ancora. Pochi si sono rivolti alla Camera del Lavoro, spesso sono lavoratori di aziende dove la presenza del sindacato è forte. Vale a dire che la restante parte può non essere a conoscenza di questo benefit.
Il premio variabile di risultato - In cosa consiste? Si parla di un premio di 2mila euro per il 100%, ma può arrivare al 110% a seconda della produttività dell'azienda. Il lavoratore percepisce questo premio in base ai giorni di lavoro dentro l'azienda. È diritto di ogni lavoratore ottenerlo anche per una sola settimana di lavoro. "Una sola volta è stato necessario andare a parlare direttamente con l'imprenditore per sbloccare questa pratica, dato che è di competenza dell'agenzia e non della ditta", ricorda Mainardi.
I lavoratori interinali - Sono una risorsa preziosa per le concerie, ma in molti casi diventano un elemento strutturale dell'azienda, ovvero "senza interinali l'azienda chiude". Con il tetto del 20% sui lavoratori a tempo determinato, le aziende per risparmiare puntano ad avere forza lavoro dalle agenzie di lavoro interinale. Con la flessibilità dei contratti (a volte si assume per un giorno solo), l'altalenarsi dei periodi di magra con quelli dove è necessario finire le ordinazioni in fretta e le minime competenze richieste per alcuni lavori, il lavoro interinale diventa perfetto per le concerie.
Solo che molti operai vengono tenuti troppo tempo con questi tipi di contratti: "Dopo un anno si capisce se un lavoratore è adatto per essere assunto e no", commenta Mainardi. Un altro riflesso di questa pratica possibile ma che crea precariato a dismisura è data dalle statistiche mensili e annuali sul lavoro. "Si contano i contratti interinali, non gli assunti o le ore di lavoro. Se a una persona viene rinnovato un contratto ogni 15 giorni, appaiono due contratti emessi al mese, ma per la stessa persona", conclude Mainardi.
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- Da sinistra Fabio Carmignani (Filctem Cgil) e Loris Mainardi (Cgil-Camera del Lavoro) (foto gonews.it)
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- Loris Mainardi (foto gonews.it)
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Elia Billero
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