
'Truffati e indignati' di nome e di fatto: è nato il comitato dei cittadini che si sono visti svuotare i loro libretti postali e titoli azionari depositati all'ufficio postale di Montopoli. Nella serata di ieri, mercoledì 11 marzo, si è tenuta la prima riunione del comitato unito. Durante la riunione, durata un'ora e mezza, le 40 persone partecipanti hanno redatt0 poche righe indirizzate alla direzione centrale di Poste Italiane per chiarire il punto della situazione e avere notizia dei loro risparmi.
Il comitato chiede alla direzione "comunicazione dell'attività di accertamento" ma soprattutto "indicazioni sulla tempistica per il rimborso dei danni accertati". Le stesse indicazioni che, all'epoca dello scandalo, il commissario inviato da Poste accertava in 3 o 4 mesi. Quando invece i mesi passati sono ormai sei e solo un caso, riguardante buoni azionari, si è risolto. Il comitato si riunirà di nuovo il 23 marzo: se la situazione non sarà migliorata, "provvederemo a dare maggiore notorietà alla cosa", commenta con tono fermo il portavoce del comitato Francesco Tinghi.
La situazione - I risparmiatori che si sono visti truffati appartengono in media a una fascia di età medio-alta: c'è un solo minorenne e pochi ventenni, tutti gli altri sono pensionati o anziani. "Alcuni di loro sono in grave difficoltà, non sanno come mangiare ogni giorno e arrivare a fine mese. Tra di loro c'è una 90enne senza marito né figli che abita da sola", commenta Tinghi. Inoltre, non si tratta solo di risparmi nel conto corrente, ma anche di buoni azionari e buoni dematerializzati (i secondi differiscono dai primi perché nelle tasche dell'azionista rimane solo un promemoria). Per alcuni correntisti la truffa inizia addirittura dal 1998: le Poste sono in contatto con loro per inviare la documentazione e confermare se i movimenti di allora sono stati fatti dal proprietario del conto o no.
Il punto di vista legale - Il sindaco di Montopoli Giovanni Capecchi ha chiamato alla riunione anche l'avvocato Fabio Ficcadenti, del Movimento consumatori dell'Arci di Ponte a Egola. "Ficcadenti ci ha dato dei consigli su come muoverci e quali strade poter intraprendere", spiega Tinghi. Anche dal punto di vista legale la situazione non è omogenea per i correntisti: alcuni hanno assoldato il loro avvocato per la causa, altri, come già detto, si trovano in difficoltà economiche tali da non poter affrontare una spesa simile. Rimane fermo il fatto che l'interlocutore della trattativa con Poste sarà l'istituzione Comune, nella persona del sindaco.
"Rivogliamo i nostri soldi" - Il portavoce ha tenuto a specificare che "al comitato non interessa lo sviluppo legale della faccenda, chi ha sottratto questi soldi, come l'ha fatto, ecc. Noi abbiamo investito dei soldi e le Poste ce li deve restituire".
Elia Billero
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