
Marta Gazzarri, consigliera regionale, capogruppo de 'Il Popolo toscano' si è recata in visita questa mattina, venerdì 27 febbraio, al Carcere circondariale femminile di Empoli. È stata accompagnata da Umberto Torromarco, della UIL penitenziaria, e da Roberto Rizzo della segreteria regionale. Un tema, quello delle condizioni delle carceri, che interessa da tempo la consigliera e che la ha portata a seguire le storie delle strutture penitenziarie regionali. Se le condizioni di Sollicciano a Firenze e de 'Le Sughere' di Livorno sono pessime per Marta Gazzarri il carcere di Empoli è: "Un'oasi nel deserto".
Prima qualche dato: in Toscana sono circa 3000 i carcerati. Di questi solo 150 sono di sesso femminile divisi così: un centinaio a Firenze, circa quaranta a Livorno e solo 15 a Empoli. La casa circondariale di Pozzale è infatti una struttura particolare: le recluse sono scelte in base a parametri specifici, quando si ritrovano vicine al termine della propria condanna, solitamente a 4-5 anni dalla scadenza. I percorsi di recupero che vengono effettuati sono mirati e precisi e risultano più produttivi in virtù del piccolo numero delle carcerate, che possono essere meglio assistite.
"È stata un esperienza significativa. Mi ha colpito molto la presenza di una piccola fattoria - ha commentato la consigliera Gazzarri - Mi è stato detto che presto sarà anche possibile la produzione del miele con le api. Sono queste piccole attività che possono permettere un reinserimento nel mondo del lavoro per le recluse". Nella struttura operano infatti 34 operatori, un numero abbastanza elevato in rapporto alle detenute. "Di questo carcere si parla dei costi elevati, ma sono indispensabili se si vuole garantire la qualità necessaria per ottenere dei veri risultati. A Sollicciano ad esempio ci sono solo 350 persone che operano nella struttura a fronte di più di 600 reclusi. Un piccolo numero, che non può fare la differenza e aiutare per davvero i carcerati", ha chiosato la Gazzarri.
Le detenute che risiedono nella struttura sono come già detto 15 a fronte di una capienza massima di 35. Sono per metà di nazionalità italiana e per metà straniere. L'età media è abbastanza giovane, solo una donna supera infatti i 40 anni. Tutte le recluse svolgono attività lavorative retribuite, alcune addirittura al di fuori della struttura operando a Montelupo e all'Asl. "Il territorio ha sempre risposto bene, senza pregiudizi, aiutando il reinserimento delle carcerate" ha commentato la Gazzarri, che lancia anche un'idea: "Potrebbero essere riunite tutte le 150 donne incarcerate in Toscana dato il numero esiguo. La legge obbliga le donne recluse a rimanere vicine al territorio dove vivono e, viste la disposizione logistica delle strutture penitenziarie in Toscana, si potrebbe fare. La mia è comunque solo un'ipotesi, non voglio dare soluzioni".
La consigliera regionale ha poi chiesto lumi al direttore della struttura sulla recidività delle detenute: "Mi è stato detto che sono pochi i casi. Il lavoro che viene svolto in questo luogo permette seriamente alle recluse di reinserirsi nel mondo del lavoro e le aiutano anche a trovare un ambiente familiare che le accolga quando la loro condanna sarà conclusa. Un contenitore sano che possa impedire a queste donne di commettere di nuovo reati".
In conclusione Marta Gazzarri è rimasta piacevolmente sorpresa dalla visita: "Questa struttura è un modello positivo per le carceri regionali. È vero, i costi sono elevati, ma la qualità del servizio offerto alle recluse per reinserirsi non solo nel mondo del lavoro, ma nella società sono ottimi".
- Umberto Torremarco, della UIL penitenziaria in visita con la consigliera Marta Gazzarri (foto gonews.it)
- L’ex carcere femminile di Pozzale a Empoli (foto gonews.it)
- La consigliera regionale Marta Gazzarri in visita al carcere femmile di Pozzale a Empoli (foto gonews.it)
Giorgio Galimberti
Notizie correlate
Tutte le notizie di Empoli
<< Indietro