Nuovo corso di Fashion System Design, le perplessità degli 'studenti di sinistra'


ALL'UNIFI VA DI MODA IL TRASH

Domani 27 febbraio 2015 il Consiglio di Amministrazione dell'Università degli Studi di Firenze approverà l'istituzione di nuovi corsi di studio.

Tra questi c'è la proposta di Architettura di attivare il nuovo corso di laurea magistrale (CdLM) di “Fashion System Design - Sistema Moda” e che si dovrebbe affiancare al già esistente CdLM Design.

«Rispetto al tipo di formazione “per metodi” dell'attuale LM 12 Design, che forma al progetto, il corso di Fashion Design - Sistema Moda prevede invece la formazione per competenze applicate» allo specifico settore della moda (così si scrive nel documento di progettazione del corso).

Insomma, un doppione più settoriale e che dà meno garanzie per il futuro perché specializza in un solo ambito, scaricando i costi di formazione dei lavoratori dalle aziende all'Università e al welfare.

Per un mondo sconquassato da continue innovazioni tecnologiche appare una forzatura non prevedere una formazione organica in grado di saper gestire situazioni flessibili e complesse.

TASSE DA CAPOGIRO

Nel documento di progettazione del corso si scrive che «le formule didattiche privilegiate, dopo il primo semestre di integrazione disciplinare, sono basate sui laboratori». Come saranno finanziati i laboratori di Sistema Moda, particolarmente costosi?

In una seduta del Dipartimento di Architettura il prof. Legnante, presidente della Scuola di Architettura, asserisce che «si tratta di un corso per il quale si prevede una rilevante quota di affluenza di studenti stranieri [NdR: ???] e un sistema di contributi di iscrizione che prevedono maggior l’impegno economico per laboratori. Inoltre si segnala la disponibilità di sponsor del settore».

Detto fuori dai denti: migliaia di euro di tasse in più agli studenti di questa nuova laurea magistrale e aziende che permeano l'Università per proprio tornaconto.

Oltre al danno per il pubblico la beffa per il singolo.

DIDATTICA PIÙ DEQUALIFICANTE DI UNA TRIENNALE

Curioso che 9 classi di laurea molto eterogenee garantiscano l'accesso al corso e rispetto alle lauree in design (di cui Sistema Moda è naturale conseguimento) ci siano solo 12 CFU di disegno industriale da recuperare (6 dei quali laboratori).

Siamo da sempre contrari ai blocchi all'accesso e avremmo preferito una commissione che suggerisse a chi si iscrive di studiare quelle materie e colmare eventuali lacune - quindi non con un debito imposto con esami da sostenere -, ma quale lezione frontale immaginano i docenti che terranno i corsi a designer, ingegneri, chimici, economisti, architetti, scienziati della comunicazione e letterati?

Non è che implicitamente si ammette che la laurea triennale in disegno industriale di Calenzano sia talmente dequalificante che bastano due insegnamenti per sostituirvisi? Oppure Sistema Moda è talmente “poco” magistrale che basta essere laureati in qualsiasi cosa perché somiglia di più a una triennale “breve” di due anni?

Pensare di iniettare laureati magistrali di livello così basso serve a renderci ancora più ricattabili nel mondo del lavoro e serve a minare ancor più il titolo di studio, deprezzando il valore della laurea di tutti. Fortissimo è il dubbio che Architettura abbia proposto una laurea magistrale perché non ha docenti per coprire una triennale o perché in prospettiva vorrà riciclare i diplomi privati triennali che non sono lauree (esempio Polimoda) in modo tale che dopo due anni “easy” lo possano diventare!

DOVE VAI SE LA DOCENZA NON CE L'HAI?

Rimanendo sulla docenza, i dipartimenti proponenti dichiarano di disporre di adeguate risorse, ma Sistema Moda non ha nemmeno le gambe per sostenersi. Nella relazione tecnica sull'attivazione dei nuovi corsi di studio (a.a. 2015/2016) il Nucleo scrive che, ad esclusione di due insegnamenti erogati da Ingegneria, «tutti i SSD coinvolti risentirebbero già di un'offerta formativa sovradimensionata rispetto alle risorse di docenza disponibili», eventualmente amplificate dal carico didattico relativo allo svolgimento degli esami e alla cura delle tesi. Proprio nel settore ICAR/13, perno di ogni corso di studio in design, vive sopra le sue possibilità: «allarmante appare la situazione […] del SSD ICAR/13 con un fabbisogno di docenza di 1.510 ore contro un impiego

potenziale massimo di 780 ore. In ambo i casi il fabbisogno si attesterebbe a circa il doppio dell'impiego potenziale massimo».

Di questa situazione “allarmante” il Dipartimento di Architettura si è posto il problema? «Non rimane traccia nei documenti forniti di una valutazione opportuna dell'impiego di docenza per il SSD ICAR/13», pare che Mecca e colleghi si siano semplicemente limitati a raschiare il barile delle disponibilità dei loro docenti e mettere a contratto il resto.

Questo è significativo di quanto abbiano a cura non solo questo nuovo corso, ma anche quelli pre-esistenti di Architettura e di Design che subirebbero ulteriori acciacchi a causa di questo corso.

Lo stesso Nucleo di Valutazione, nel parere che invia al Ministero, stronca il corso scrivendo che «le risorse di docenza presenti nel Dipartimento [NdR: di Architettura] non permettono la copertura di tutti gli insegnamenti da attivare ed è previsto il ricorso a contratti» in settori già fortemente sofferenti.

Ad essere maliziosi non è che si vuole aumentare a dismisura l'offerta formativa per poi farsi valere in sede di programmazione del personale docente? Non è che Architettura poi finisce tra le situazioni da sanare urgentemente solo perché ha un modo molto “creativo” di attivare i corsi?

Anche sul numero dei contratti ci sarebbe da ridire: c'è il sospetto che la didattica erogata con bandi superi il limite nazionale del 30% ma è quasi certo che supererà il limite locale del 20%.

Abbiamo visto troppe volte l'UniFI imporsi dei vincoli e poi andare in deroga ad essi perché la decisione è “strategica”, che abbiamo scoperto non vuol dire nulla proprio perché da linee strategiche l'Ateneo dovrebbe «garantire la sostenibilità e la qualità dell'offerta formativa», in particolare la «copertura degli insegnamenti nei CdS triennali e magistrali» e con «l'intento di ridurre ulteriormente il numero di contratti esterni».

È un modo di fare che mina la credibilità dell'Università di Firenze che con la proposta di attivazione di questo nuovo corso – tasse ingenti per gli studenti, senza risorse di docenza e dalla dubbia finalità culturale; in due parole: senza pudore! – compromette fortemente la qualità della propria offerta formativa.

Fonte: Studenti di Sinistra

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