Nuovo impianto Geofor per l'organico, 19 milioni investiti. E Marconcini appoggia la Belvedere di Macelloni

Paolo Marconcini (foto gonews.it)


Appoggio incontrastato alla Belvedere e al presidente Renzo Macelloni: questa la posizione del presidente Geofor Paolo Marconcini a margine della conferenza stampa di oggi, martedì 24 febbraio. Nonostante il ricorso contro il nuovo impianto Tmb (Trattamento meccanico-biologico), "bisogna andare avanti" per soddisfare la circolare dell'allora ministro dell'ambiente Orlando che impedisce ai rifiuti di andare in discarica tali e quali.

"Peccioli è indispensabile per la Valdera e per il Valdarno: l'ampliamento della discarica è stato ottenuto nonostante il ricorso al Tar del Wwf, ma adesso c'è da fare un ulteriore passo avanti per arrivare entro fine anno a conclusione del percorso".

Novità anche per la Geofor: il nuovo impianto per i rifiuti organici è quasi ai nastri di partenza. L'accordo di finanziamento è stato approvato dall'istituto di credito capofila del progetto, la Cassa di Risparmio di San Miniato. Le altre due banche legate al progetto, la Banca di Pisa e Fornacette e l'Iccrea (gruppo che unisce vari istituti e banche popolari), dovrebbero dare il loro consenso a giorni. La Banca di Lajatico e la Cassa di Risparmio di Volterra si sono tirate indietro, sostituite dalle due sopra elencate.

I costi del progetto - Parliamo di un impianto anaerobico o a umido dal costo di 19 milioni di euro così ripartiti: 10 milioni sotto mutuo, 5,5 milioni concessi con i contributi pubblici per "gli impianti che incentivano la raccolta differenziata", e i restanti 3,5 derivanti dagli utili non ripartiti di Geofor.

La gara è già stata fatta e vinta da un gruppo italo-tedesco. Dovrà essere aperta la conferenza dei servizi in Regione (e non più in Provincia per lo smantellamento di quest'ultima), e necessiterà dai 3 ai 4 mesi. Entro fine anno partirà il cantiere. L'appalto è fissato a 18 mesi dichiarati dal costruttore. Nel 2017 dunque l'impianto sarà aperto.

Particolarità di questo impianto, totalmente pubblico perché costruito in parte con finanze pubbliche, sarà la raccolta dei rifiuti all'interno di silos, non più all'aria aperta. Dentro i silos verranno mescolati e trattati i rifiuti con acqua. Da questo processo verrà creato biometano e compost. Quest'ultimo sarà dato a imprese italiane del centro-nord perché trovano più appetibile e riutilizzabile la risorsa.

Fuori tempo massimo? - "Questo impianto andava realizzato al massimo 3 anni fa, per permettere di arrivare al 2015 già con il suo ampliamento". Paolo Marconcini riafferma la sua posizione di sempre: "Si è preferito investire altrove, ma già oggi possiamo assorbire solo 20mila tonnellate di rifiuti, quando ne arrivano 40mila. L'eccedenza dobbiamo trasferirla negli impianti  Cermic di Massa, a Pioppogatto di Massarosa o alla Futura di Grosseto. La parola, dopo l'approvazione del progetto esecutivo, passerà poi al gestore unico Reti Ambiente.

Elia Billero

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