
Alessio Fioravanti, allenatore dell’Use Basket di Empoli, dopo la vittoria ottenuta non senza sofferenze contro Piombino ha risposto ad alcune nostre domande riguardanti la partita giocata sabato scorso, 31 gennaio, gli obiettivi stagionali della sua squadra e le sue prime impressioni da neo capo-allenatore.
Cosa è cambiato nell’Use vista nella prima frazione di gioco rispetto a quella dei restanti 3 quarti?
L’avvio è stato difficile perché abbiamo sbagliato i primi 7 tiri, mentre Piombino è partita con l’acceleratore e trovava il canestro con grande frequenza, per questo ci siamo molto innervositi, perdendo fiducia in difesa. Nel secondo quarto ci siamo scossi e siamo riusciti a tornare in partita fino al -6. In seguito è avvenuto il parziale decisivo di 19-0 a nostro favore che ha chiuso definitivamente i giochi e che ci ha permesso, nonostante qualche brivido finale, di vincere una partita fondamentale in chiave salvezza.
Quindi il vostro obiettivo stagionale rimane la salvezza?
Esatto. Vista la nostra classifica e le prossime partite che ci spettano, dobbiamo solo pensare a salvarci il prima possibile per poi stare tranquilli fino al termine della stagione.
La prossima partita è contro il Cus Torino, anch’esso immischiato nella lotta per non retrocedere, può già considerarsi una partita fondamentale per il futuro della stagione?
Sì, perché vincendola andremmo a +6 su Torino e questo significherebbe un passo in più verso la salvezza. Un successo darebbe soprattutto fiducia ai miei ragazzi e potremmo guardare alle partite future con maggiore tranquillità, senza tuttavia abbassare la concentrazione e non dando già per scontato il mantenimento nella categoria. Il segreto è rimanere concentrati e superare, sfruttando le nostre migliori capacità, qualsiasi ostacolo che troveremo nel nostro cammino.
Cambiando discorso, quali sono le tue prime impressioni della chiamata da capo-allenatore?
La chiamata come capo-allenatore è stata molto inaspettata, non avrei mai pensato un giorno di allenare la prima squadra dell’Use, anche se sono stato il vice per 3 anni di coach Quilici. È strano ricevere una telefonata da parte della società il giorno prima e il giorno dopo ti ritrovi subito a dirigere gli allenamenti, come fosse la cosa più normale che ci possa essere.
Cosa è cambiato da quando sei diventato l’allenatore della prima squadra?
Sono cambiate molte cose da quando ho ricevuto quella chiamata: per esempio prima i miei giocatori, essendo vice-allenatore, mi trattavano come se fossi un loro amico e spesso andavamo a mangiare qualcosa insieme dopo le partite, invece adesso è tutto cambiato, non sono più amichevole come una volta, ora se vedo che c’è qualcosa che non va oppure noto che non si stanno impegnando abbastanza sia in partita che in allenamento parto con i cosiddetti 'cazziatoni'. Comunque continuo ad avere un ottimo rapporto con loro e con tutto lo staff.
Simone Giorgi
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