Settant'anni fa la partenza dei volontari: in 119 si unirono all'esercito per andare sulla Linea Gotica

Sapevano che sarebbero andati a combattere contro i tedeschi sulla Linea Gotica, la cintura difensiva che dalla Versilia si snodava lungo tutto l’appennino tosco-emiliano (fino a Rimini). Ma non immaginavano cosa li aspettava e, soprattutto, se sarebbero ritornati sani e salvi. Il 3 febbraio 1945, di fronte al Teatro del Popolo di Castelfiorentino, 119 volontari si unirono al ricostituito esercito italiano dei “gruppi di combattimento” (il “Legnano”, il “Cremona”, il “Friuli” e il “Folgore”) per dare man forte agli angloamericani nell’ultima grande offensiva contro l’esercito tedesco in Italia.

I 119 volontari si dettero appuntamento in Piazza Gramsci, di fronte al Teatro del Popolo, e le fasi della loro partenza furono immortalate – attimo per attimo – da David Bastianoni, che lasciò una preziosa documentazione su quella giornata memorabile. Dalle immagini, colpisce in modo particolare l’entusiasmo con cui i giovani salirono stipati su grossi camion per poi partire alla volta di Firenze, dove era prevista la prima visita.

Alcuni volontari, come Vasco Profeti, erano giovanissimi (classe 1929) avevano compiuto 16-17 anni. Per questo non esitarono a falsificare la carta d’identità pur di essere arruolati. “Io ero un ragazzo allora – riferiva Profeti in una testimonianza rilasciata una decina di anni fa – e non ci pensavo neanche: ero del 1929, avevo appena sedici anni. La mia famiglia reagì molto male alla mia decisione di partire, perché ero molto giovane. Dissi però che sarei partito lo stesso e che non mi potevano fermare”.

Fra le motivazioni che avevano animato la scelta di partire, spicca in modo particolare quella di Marcello Mori: “Era giusto partire anche in virtù di un fatto: volenti o nolenti, fino a quel momento ci avevano liberato gli americani e gli inglesi. Quindi, il fatto di dar loro una mano era importante, ma non per apparire a posteriori degli eroi”. Lo stesso Mori, si sarebbe poi soffermato sull’impatto emotivo della guerra: “Quando uno degli arditi sfilò il portafogli ad uno dei tedeschi morti, trovò la foto della moglie e del figlio e rimase parecchio scioccato”.

Del contingente dei 119 volontari, ben 73 erano di Castelfiorentino, 27 di Certaldo, 8 di Montespertoli, 2 di Montaione e 4 di Sarzana.

“I volontari che partirono da Castelfiorentino – sottolinea l’Assessore alla Scuola e Attività Educative, Marco Cappellini – fecero una scelta coraggiosa per conquistare la libertà e liberare l’Italia dalla dittatura e dalla dominazione tedesca, ma furono anche animati da uno spirito unitario e di solidarietà nazionale nei confronti delle popolazioni del Nord davvero encomiabile. Valori che occorre salvaguardare perché conservano ancor oggi la loro attualità e che – come istituzioni - abbiamo il dovere di trasmettere alle nuove generazioni”.

Le testimonianze di quella esperienza sono state raccolte dieci anni fa attraverso la realizzazione di un documentario e di un numero speciale della “Miscellanea Storica della Valdelsa”.

Fonte: Comune di Castelfiorentino - Ufficio Stampa

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