
Ancora l’Imu che grava sui terreni agricoli all’attenzione del sindaco di Montespertoli Giulio Mangani, delegato per l’Unione dei Comuni Empolese Valdelsa, che aveva già nelle scorse settimane lanciato un grido di allarme in favore degli imprenditori del settore e dei comuni che sono maggiormente interessati.
Sull’argomento si rischia il caos visto che ieri, mercoledì 21 gennaio, il Tar del Lazio doveva decidere se confermare la sospensione del regolamento varato dal Tesoro e finito nel mirino del tribunale amministrativo subito dopo Natale, ma non l’ha fatto. Dunque, a cinque giorni dalla scadenza, siamo di fronte al rischio che i proprietari di terreni agricoli montani siano chiamati a pagare. I pagamenti infatti erano stati congelati sino al 26 gennaio.
Il sindaco delegato all’agricoltura Mangani innanzitutto tiene a dire: «Da parte nostra, dei Comuni dell’Unione, voglio rassicurare gli imprenditori sul fatto che noi non applicheremo nessuna sanzione per i ritardi nei pagamenti dopo il 26, in attesa di capire gli sviluppi di questa vicenda come conformemente allo Statuto del Contribuente».
Sotto accusa è il parametro altimetrico adottato per l’imposta 2014 che non tiene conto delle peculiarità territoriali e delle coltivazioni; l’applicazione del tributo prevedeva, infatti, un’esenzione in modo indifferenziato solo per i terreni montani al di sopra di 600 metri d’altitudine; esenti invece quelli coltivati da imprenditori agricoli professionisti e coltivatori diretti tra i 600 metri e i 281 metri d’altitudine, mentre al di sotto erano tutti tenuti all’intero versamento.
«Il provvedimento del Tesoro – spiega Mangani - arriva a bilanci comunali già chiusi e, a detta dello stesso Tar del Lazio, presenta elementi di grave pregiudizio a partire dall’incertezza dei criteri applicativi, con particolare riguardo all’altitudine delle sedi comunali, fino alla violazione di principi fondamentali quali l’irretroattività delle norme. Apprezziamo l’apertura del Governo a trattare sul contributo per il 2015, ma la questione riguarda al momento in particolare il 2014. La richiesta è quella di far recepire gli stessi criteri ai fini della definizione del contenzioso in atto relativamente anche all’annualità 2014. Le conseguenze che il provvedimento potrebbe avere sui bilanci e sui cittadini sono gravi. Serve una revisione della norma che consideriamo sbagliata e iniqua perché si configura un ulteriore taglio nei confronti del sistema delle autonomie locali vista la differenza profonda di gettito tra il potenziale reale di d introito e la stima del governo. Si tratterebbe di un ulteriore balzello che si basa solo sul criterio altimetrico e non si fa distinzione tra le aree coltivate a vigneto, a pascolo e seconde case».
Proprio questi punti, e cioè l’incertezza e l’arbitrarietà dei criteri applicativi (in particolare l’altitudine) e il pregiudizio che da essi scaturisce, ha portato al primo pronunciamento del Tar che consisteva nella sospensione del tributo.
«Mi auguro – prosegue Mangani –che il governo restituisca le somme ricevute sul 2014 e che ci si metta a trattare come rivedere il provvedimento per il 2015. Faccio notare, come ha sottolineato Anci Toscana, la discrepanza forte in tema di altimetrie contenuta nella norma che limita l’esenzione dell'Imu sui terreni agricoli montani ai Comuni sopra i 601 metri di altitudine costringendo le Amministrazioni con sede legale al di sotto di questa soglia a ‘spostarla’ in alto per rientrare nei parametri. Serve certezza per tutti quei comuni che basano sull’economia agricola i loro bilanci».
Fonte: Comune di Empoli - Ufficio Stampa
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