
"Mi ci sono voluti alcuni anni per imparare a dipingere come i pittori del Rinascimento; per imparare a dipingere come fanno i bambini mi ci è voluta tutta la vita". Così Pablo Picasso con un concetto posto alla base di un "diario" particolare: quello che chiude un progetto italo-danese sull'utilizzo dell'arte, nelle scuole per l'infanzia, come strumento di comunicazione dei bambini e come approccio alla scoperta dei musei. Un progetto (I CARE) che per due anni di scambi fra insegnanti ha unito Regione Toscana e Comune di Copenaghen, tre scuole per l'infanzia di Scandicci e tre scuole analoghe nel distretto danese di Valby oltre a due istituzioni museali: il Pecci di Prato e il National Kunst di Copenhagen.
Concluso il progetto, i risultati sono stati presentati oggi a Prato, proprio nel Centro per l'Arte Contemporanea, anche in base a un "diario di bordo" nel quale insegnanti e operatori museali hanno raccontato "le esperienze reciproche, le buone prassi, le metodologie e gli approcci didattici di un percorso – come ha sottolineato l'assessore regionale Emmanuele Bobbio in apertura dei lavori – che ha confermato e rilanciato le straordinarie potenzialità dell'arte come strumento educativo".
500 i bambini coinvolti nelle 6 scuole (Turri, Ciari, Makarenko di Scandicci; Benedikte, Anne-Marie, Margreth di Copenhagen, dai nomi delle tre principesse danesi) e, a loro fianco, 50 fra insegnanti e dirigenti scolastici oltre a 4 formatori dai due musei. Children Art Relationship Education (CARE), dentro il partenariato Comenius Regio nell'ambito del programma comunitario Lifelong Learning, è iniziato nell'estate 2012 per concludersi nel giugno scorso e si è concretizzato in 8 visite di studio con una conferenza finale e la predisposizione del documento oggi presentato a Prato. 55 mila euro (di cui 40 mila cofinanziati dalla Commissione Europea e il resto da fondi proprio dei vari partner) il costo totale del progetto. Tutti i risultati (fra cui un modello didattico-pedagogico e una mostra virtuale sulle immagini create dai bambini) sono consultabili in una piattaforma on-line (http://www.wideminds.eu). Come embl ema del biennio è stato semplice attingere alla favolistica dei due Paesi puntando sulle suggestioni di Pinocchio e della Sirenetta.
Di particolare interesse le differenze emerse nelle metodologie usate dagli operatori didattici dei due musei per avvicinare i più piccoli all'arte: gli educatori danesi – è scritto nel documento – "partono dall'opera d'arte e la traducono in emozioni, sentimenti e sensazioni in un processo che culmina nella libera espressione di ciascun bambino sulle sensazioni ricevute liberamente senza regole". Nel metodo italiano, invece, "l'esperienza di creatività e di approccio all'opera d'arte è guidata e fatta di regole". Nel modello comune, che alla fine è stato individuato, sono confluite le migliori pratiche di entrambe le esperienze e sono stati individuati i principi ritenuti più efficaci per coinvolgere i bambini: fra questi la massima libertà di espressione davanti a un'opera d'arte e la sottolineatura della dimensione giocosa dell'arte.
Dall'esperienza danese sono emerse, per le scuole toscane, almeno tre necessità di cambiamento: maggiore comunicazione e trasparenza nel dialogo con i genitori (in Danimarca, ad esempio, è normale fare foto ai piccoli, senza il permesso dei genitori, mentre giocano e imparano a scuola), aumento delle attività all'esterno della scuola a prescindere dal meteo (nonostante la piovosità e il freddo atmosferico, certo maggiori che in Toscana, i piccoli danesi giocano tutti i giorni all'esterno della scuola), maggiore libertà nell'utilizzo di strumenti ritenuti pericolosi (nelle scuole danesi ai piccoli, ad esempio, è permesso di usare il coltello per affettare la frutta così come possono liberamente prepararsi il pane e cucinare le verdure coltivate nei giardini delle scuole). Ma pure i danesi hanno imparato qualcosa dal modello italiano; ad esempio la necessità di arredi costruiti a misura di bambino: senza sp igoli e con maniglie raggiungibili anche dai più piccoli.
Fonte: Giunta Regionale
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