Shelbox, Calosi (Fiom Cgil): "Noi abbiamo fatto tutto il possibile, adesso la politica trovi una soluzione"

I lavoratori della Shelbox di Castelfiorentino (foto gonews.it)


L'ennesimo appello alle istituzioni da parte dei lavoratori della Shelbox. "Il presidio dell'azienda ha fatto sì che il territorio industriale di questa zona non morisse e che le professionalità non andassero disperse. Grazie a ciò, lo stabilimento potrebbe tornare a funzionare anche subito. Questo però non avviene a causa dell'assenza di azione da parte della politica e da parte dell'impresa", spiega Daniele Calosi, Segretario Generale della Fiom Cgil di Firenze.

Il presidio dell'azienda di Castelfiorentino, che è fallita e ha avviato le procedure di mobilità per i lavoratori, dopo l'esito negativo della trattativa di acquisizione della Shelbox da parte di un gruppo imprenditoriale, che si è tirato indietro inaspettatamente, dura ormai da due anni.

"Noi abbiamo fatto tutto il possibile, i lavoratori sono andati anche a Roma dal Papa. Ma finchè gli imprenditori non fanno il loro lavoro, il Paese non può ripartire. Abbiamo bisogno che le istituzioni ci aiutino a trovare una soluzione imprenditoriale. L'azienda è fallita per l'irresponsabilità del gruppo dirigente", commenta Daniele Calosi, Segretario Generale della Fiom Cgil di Firenze.

Sono 110 le persone della Valdelsa, che lavoravano per la Shelbox e sono entrati in mobilità. Una ventina di queste, nel frattempo, hanno trovato lavori a tempo determinato, ma nessuno a tempo indeterminato. La maggior parte di loro ha più di 40 anni; per quelli con meno di 40 anni la mobilità scade a settembre.

"Chiederemo un incontro con il sindaco della città metropolitana, Dario Nardella. La politica deve trovare un imprenditore, che acquisti la Shelbox", commenta Massimo Simoncini (RSU Shelbox).

 

 

 

Claudia Nieddu

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