
“L’onestà andrà di moda” è la frase che mi viene in mente quando sento parlare di Miriam Amato: lei è la riprova che la verità alla fine viene sempre fuori.
Da una persona che si definisce coerente ed onesta mi aspetterei un comportamento totalmente diverso, a partire dalla scelta di dimettersi: corretta se si fosse dimessa non dal MoVimento, che oggi tanto denigra, ma da Consigliera, in quanto eletta grazie al Movimento.
Non è tollerabile neanche che lo stesso valore di onestà venga travisato a seconda delle convenienze: non ci dimentichiamo che Amato è la stessa consigliera che alcuni giorni predicava l’onestà, pubblicizzando la sua rinuncia dei biglietti dello stadio, e che per tre volte li ha utilizzati per se e la sua famiglia.
Uno dei primi valori del Movimento è proprio la lotta contro i privilegi: non esistono scusanti.
Io invece sono fiera di essere attivista e portavoce del Movimeno 5 Stelle: che non solo ha parlato di democrazia dal basso, ma è riuscita a realizzarla davvero, permettendo a migliaia di attivisti e simpatizzanti di poter esprimere il proprio pensiero, votando tramite un portale online; che ricordo non essere mai influenzato da Beppe, anzi spesso le idee dei cittadini si rivelano opposte alle sue.
Nel Movimento non abbiamo molte regole, viviamo soprattutto di valori, e tra le poche regole che ci siamo dati, c’è il loro rispetto: se non le rispetti sei fuori.
Questo è successo a molti ex parlamentari del Movimento, per ultimo Artini: se la Consigliera Amato non lo accetta, vuol dire che per lei il rispetto delle regole non è importante.
Che le posso dire? Tanti auguri.
Silvia Noferi (M5S) sulle decisioni della consigliera Miriam Amato
L’uscita dal Gruppo Consiliare del M5S a Firenze della consigliera Miriam Amato non mi sorprende, fin dalla sua presentazione alle primarie mi aveva posto parecchi dubbi. Al posto dell’usuale curriculum e della sintetica presentazione lei sfoggiò un bellissimo video che la dava già come candidato sindaco ancora prima delle votazioni. Fu per questo che non la votai ma dal momento che fu scelta l’ho sostenuta e aiutata riconoscendo in lei la volontà della maggioranza, la persona simbolo del Movimento 5 Stelle a Firenze.
Il risultato elettorale è stato deludente a Firenze e chiunque al suo posto si sarebbe posto delle domande e avrebbe fatto autocritica. Lei no, addossò tutta la colpa agli attivisti che non avevano contribuito alla campagna elettorale ed organizzò delle votazioni, senza un contraddittorio, senza una giustificazione o qualche valido motivo per farli espellere; la famosa serata delle volanti all’Andrea del Sarto. Le sue dichiarazioni alla stampa si limitarono in un falso: “Mi viene da piangere”, che voleva dire tutto e nulla.
Adesso, dopo aver ottenuto un posto in consiglio comunale con i voti ed il sostegno degli attivisti del M5S ci comunica che ha avuto una “rivelazione”, il Movimento non è più lo stesso, non c’è più democrazia partecipata perché il suo amico Massimo Artini è stato espulso con una procedura irregolare.
La procedura, “irregolare” secondo la sua opinione, è stata una votazione sulla piattaforma nazionale dove si sono espresse 19.000 persone.
Evidentemente l’idea di democrazia di Miriam Amato è diversa da quella del Movimento 5 Stelle e sono contenta che se ne sia finalmente resa conto.
Il candidato sindaco non ottiene preferenze personali, chi l’ha votata credeva e crede nel Movimento e i voti dei cittadini non possono essere ignorati.
Chi si assume una simile responsabilità deve prima di tutto essere capace di sostenere il ruolo, essere motivato e soprattutto essere motivante per il gruppo.
I veri idealisti si dimettono gli opportunisti scelgono il gruppo misto.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa
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