Befanata di Faltognano, due giovani campioni si sfidano a suon di rima

Nella vigilia dell’Epifania torna la Befanata dei Poeti alla Casa del Popolo di Faltognano di Vinci sulla scia del divertimento e dell’entusiasmo dopo il successo della scorsa edizione. Nobilitata dalle accademie fiorentine del Cinquecento, il gioco di società in poesia della “befanata” s’ispira a tradizioni antichissime.

In questa notte speciale, infatti, si credeva che gli animali potessero acquistare il dono della parola per dire agli uomini tutto quello che non potevano nel corso dell’anno, comprese anche le cose spiacevole e pettegole; così come il servo poteva dirla finalmente ai padroni, il contadino al fattore (“L’altre notti non sono a questa uguali/ che le bestie, il passato e futuro/ ci annunziano ch’abbiam tarpate le ali” scriveva il poeta Antonio Petrei in un famoso Prologo per una Befanata cinquecentesca).

Un gioco nel quale attraverso la scherzo e la poesia in rima si arrovesciavano le sorti degli uomini. Finché non arrivò la Befana in persona, nella versione delle accademie fiorentine. In verità si trattava di un poeta che, scelto tra i convenuti, veniva incaricato di improvvisare rime sulle”polizze” ovvero le sorti dei prescelti, a sorteggio tra i nomi lasciati in vasi d’oro e d’argento.

Il più importante poeta “befanaro” è stato il Lasca, Anton Francesco Grazzini Questa versione del gioco è infine approdata e volgarizzata nelle osterie e nei ritrovi popolari fino a quasi tutto il secolo scorso. Nella veglia dell’Epifania, si ritrovavano i poeti del paese (non importa che fossero “laureati”, spesso erano semplici popolani con il dono della rima) per inventare e scrivere le Befane ovvero terzine, quartine o ottave sui personaggi e gli eventi che avevano caratterizzato l’anno appena trascorso. Talvolta nell’abbinamento delle polizze si creavano coppie di zitelli e si disfacevano quelle di sposati. Si scoprivano gli “artarini” ovvero le simpatie, le amicizie o le antipatie del paese.

Spesso trascritte su fogli venivano appese alle fontanelle, come a Vinci, o agli alberi del poggio, vedi a Fucecchio. O addirittura venivano cantate da colle a colle. Un’usanza che i vecchi contadini ricordano ancora, tipica del Montalbano e di tutto il territorio dell’Empolese -Valdesa, seppure le nobili origini di questo gioco di società non fossero conosciute ( fortunata una recente pubblicazione di “Befanate e Scherzi in Poesia” edita dalla Sarnus Firenze, che ha permesso di riscoprire e valorizzare l’antica tradizione a Vinci e sul Montalbano).

La Befanata che Faltognano ripropone è un ritorno alle antiche origini rinascimentali del gioco. Sono infatti due poeti in ottava rima, scelti tra i più giovani e apprezzati a livello toscano e - permetteteci - nazionale, chiamati ad improvvisare sugli eventi e i personaggi dell’anno appena trascorso, suggeriti dai partecipanti attraverso il gioco delle polizze.

Un modo divertente per verificare quale evento o personaggio dell’anno vecchio abbia colpito maggiormente l’immaginario collettivo e benedirlo con l’ottava rima, lasciandolo ai posteri. Una volta queste “befane” erano ricordate e tramandate a memoria. Oggi, grazie ai moderni mezzi di riproduzione, si spera di fare una raccolta vera e propria con i testi prodotti nel corso di queste divertenti serate.

Nell’anno dell’Expo dedicato all’alimentazione, l’abbinamento del cibo alla poesia popolare rappresenta un connubio tipicamente toscano, che il gioco della “befanata dei poeti” valorizza ed amplifica nel ricordo di un’antica tradizione. In modo sorprendente, riesce ancora ad incuriosire e divertire.

È anche un nuovo progetto per sostenere quel pensiero popolare caro alle case del popolo, come quella di Faltognano, per tanti anni centro di aggregazione della comunità e punto di ritrovo di poeti e improvvisatori, che venivano da tutto il Montalbano.

I poeti improvvisatori di quest’anno, che si contenderanno il titolo di “befana”, sono Fabrizio Ganugi di Prato e Enrico Rustici di Braccagni, scelti dagli organizzatori tra le più interessanti leve dell’ottava rima toscana. Due giovani, non a caso, a dimostrazione di come questa antica forma poetica riesca a rinnovarsi nei temi, nelle forme espressive, nel linguaggio mantenendo fede alla struttura dell’ottava, a quell’anima popolare dei poeti “ a braccio” e del “contrasto”, peraltro, alla base anche di nuove forme espressive care ai giovani, come il rap.

Per partecipare all’incontro conviviale dell’antica “osteria in rima” nel corso della quale avverrà la disfida poetica della “befanata” occorre prenotarsi da subito.

Per informazioni rivolgersi alla Casa del Popolo di Faltognano oppure tel. 338 6640772 – 349 5293253

Fonte: Circolo di Faltognano

Notizie correlate



Tutte le notizie di Vinci

<< Indietro

torna a inizio pagina