La tragedia della follia senza tempo di Re Lear in scena a Empoli

Re Lear -  La scenografia

Re Lear - La scenografia

Con un’originalissima rilettura del Re Lear, in tournè ormai da due anni, Michele Placido è approdato al teatro Excelsion il 18 dicembre scorso in una versione post-moderna di un grande capolavoro Shakespeariano che, se pur scritto più di quattrocento anni fa, ha mantenuto la capacità d’essere senza tempo. Pur vantando numerose trasposizioni cinematografiche e teatrali, Placido, che, oltre ad interpretarlo, ne firma anche la regia a quattro mani con Francesco Manetti, lo ha rinnovato e attualizzato con un cast impareggiabile e con un allestimento originalissimo e di grande impatto emotivo.
Sul palco, privo di quinte, un’imponente corona spezzata, simbolo di un paese allo sbando. L’anarchia causata da un potere regale indebolito per le vanità di un uomo, un padre più che un sovrano, ha messo a soqquadro ogni spazio fisico e psichico dell’intera tragedia. Gli attori si muovono in una realtà di degrado, una cupa discarica a cielo aperto. Camminano tra spade e ruderi simbolici dalle cui macerie fanno capolino ben più moderne icone internazionali che vanno dalle effigie di Kennedy a quella della regina Elisabetta, fino ad arrivare all’aquila fascista, a Bin Laden e a un’immagine del volto sorridente di Marilyn Monroe. Una scenografia, curata in ogni particolare da Carmelo Giammello, che trasuda l’angoscia di un mondo in preda al disordine e alla distruzione di ogni valore.
Incipit della storia la decisione del sovrano di Bretagna di abdicare in favore delle sue tre figlie Goneril (Marta Nuti), Regan (Maria Chiara Augenti) e Cordelia (Federica Vincenti) a patto, però, che esse gli dimostrino il loro amore vezzeggiandolo nel suo ultimo capriccio di Re. Mentre le maggiori, avide e opportuniste, esprimono un amore di convenienza, la terzogenita e ben più onesta Cordelia sarà ripudiata dal padre proprio perché incapace di abbassarsi a un simile avvilente gioco di potere. Ma l’affetto professato a parole, spesso, non corrisponde a realtà. E così, ben presto, le adulatrici, deluderanno il genitore colpendolo, oltre che nel cuore, anche nell’orgoglio. Non potendo riprendersi il regno e annichilito dal grave errore di valutazione commesso, il Re si ritrova nudo, solo, folle. E proprio questo suo confondere l’amore con le vuote lusinghe, getta, al fine, sia lui che il resto del suo mondo nel caos. Lo spettatore immerso per quasi tre ore nell’emblema di un totale disfacimento, non può fare a meno di entrare in empatia con quella che è la delusione di un vecchio nei confronti della sua stessa progenie e dunque della vita. Da qui un susseguirsi di tragiche battaglie che porteranno ovunque morte e sofferenza. Nel frattempo, in parallelo, anche un’altra famiglia in scena è sgretolata dall’ interno a causa di falsità e complotti. Il conte di Gloucester (Gigi Angelillo) vive con suo figlio Edgar (Francesco Bonomo) che, calunniato ingiustamente dal fratellastro Edmund (Giulio Forges Davanzati), si spoglia delle sue vesti di nobile, nel vero senso della parola, e si tramuta nel folle mendicante Tom, vero motore della storia e unico dei protagonisti a rimanere alla fine in vita. Innegabile il talento di tutti gli attori del cast, in particolare quello di Francesco Bonomo, appunto, che inscena magistralmente tutti i cambiamenti del suo personaggio. Interessante anche l’interpretazione di Brenno Placido, che interpreta un moderno giullare, il Matto, che rompe le atmosfere pesanti attraverso ilari rap urbani.

Il cast dello spettacolo teatrale di Michele Placido -Re Lear

Il cast dello spettacolo teatrale di Michele Placido - Re Lear

Il ritmo dato dalle scelte musicali eclettiche, i sapienti giochi di luce che hanno consentito agli attori di restare perennemente in scena, i momenti splatter o palesemente erotici, la bravura degli attori, i loro costumi fetish e in fine il nudo integrale di Bonomo, fanno di questa contaminazione tra vecchio e nuovo, tra sacro e profano, uno spettacolo assolutamente da non perdere.

 

Giusi Alessandra Vaccaro

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