La lettera di auguri di Simona Forzoni: "C'è sempre speranza per un futuro miglior"

Simona Forzoni

"E’ Natale, sai….

L’altro giorno ero in un negozio della grande distribuzione all’ora di pranzo, quando ci sono meno persone e si può fare tutto con più calma. C’era lo stesso confusione perché siamo vicini al Natale. Era tutto molto bello, addobbi a profusione e una gran quantità di articoli natalizi. Mancava un po’ di musica natalizia, ma, si sa, ultimamente a qualcuno dà fastidio, forse è per questo che non c’era. Per un po’ sono stata presa dai miei acquisti, come tutti. Ma il suono un po’ “metallico” di tutto ciò che mi stava intorno mi ha distratto.  Ad un certo punto mi sono guardata intorno e mi sono sentita “fuori dal quadro”.  E’ stato come quando qualcuno ci sveglia improvvisamente, rimani confuso e stordito.

C’era un bellissimo bambino su un carrello, nessuno che gli facesse un complimento a lui e alla sua mamma; una ragazza poco più in là stava piangendo, ma nessuno se ne curava; una signora anziana faticava a prendere un oggetto da uno scaffale alto, un’altra a leggere il prezzo e una alla bilancia sembrava non trovare il numero, tutti dietro sbuffavano, ma nessuno l’aiutava. Un signore anziano mi è parso completamente sperso. Altri due litigavano come se fossero a casa loro, sarà l’effetto di certa pubblicità. I più parlavano al cellulare, nessuno che si guardasse in faccia o scambiasse due parole. In questi posti, se guardi in faccia qualcuno, questo immediatamente distoglie lo sguardo.

Una signora che non sapeva l’italiano e parlava in inglese chiedeva in giro se una certa confezione di pomodori doveva essere pesata oppure no. Panico, s’è fatto il vuoto intorno, siamo in Europa e non sappiamo una parola d’inglese. Alla cassa un bambino più grandicello era assorto in un librino che la mamma gli aveva comprato e anche lì un complimento non ci sarebbe stato male, che oggi è difficile vedere un bambino prendere in mano un libro invece di un videogioco, e tutti invece erano indifferenti. Chi è più in difficoltà compra tre oggetti, tre, e mi sono sentita in colpa per il mio carrello pieno.

Al bar un genitore un po’ sciagurato o forse troppo fiducioso del prossimo ha lasciato solo il bimbo piccolo sul carrello, dandogli le spalle per molto tempo ad una certa distanza, senza curarsene per niente, cosicché chiunque se lo sarebbe potuto portare via. Non ci curiamo di niente, neanche di ciò che è più importante.

Nel corridoio, finalmente un po’ d’umanità. Una canina con un lungo guinzaglio mi è venuta incontro e mi ha fatto festa, non si sa perché, forse proprio perché non c’era un motivo. Allora con il proprietario si è avviata una conversazione, si vede che alle volte abbiamo bisogno di “mediatori” per comunicare. I suoni hanno smesso di apparirmi metallici e mi sono sentita di nuovo in armonia con me stessa e con il mondo.

Ho pensato che non tutto è perduto e che c’è sempre speranza in un futuro migliore! Il Natale è lì per ricordarcelo…."

Simona Forzoni

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