Nulla si muove per l'ex imprenditore malato di Sla. Il Tuttocuoio vorrebbe donare, la famiglia: "Grazie ma rifiutiamo"

Gino Votta

Il caso di Gino Votta è ancora in stallo. Il 57enne ex imprenditore di Ponte a Egola che da 17 anni combatte contro la Sla non è riuscito ad ottenere un incontro con gli istituti di credito con cui da 10 anni ha dei debiti.

L'avvocato della famiglia Votta, Marcella Grasso Peroni, ha confermato che sia Mps che Cr Firenze non si sono attivati per risolvere il contenzioso. Vi sono dei nomi di altri funzionari e dirigenti delle banche, rispetto a quelli presenti nella lettera di Votta, con cui l'ufficio legale è in contatto. La promessa di attivarsi al più presto è stata fatta: promessa che al momento rimane sulla carta.

Le cause in corso - La situazione legale in cui è invischiato Gino Votta è molto complessa. Lo stesso avvocato Grasso Peroni ha voluto mantenere il riserbo per non compromettere lo svolgimento dei processi. Il punto da sottolineare, secondo l'avvocato, è il rifiuto delle banche di valutare le proposte rivolte di una congrua offerta per chiudere il contenzioso.

La situazione in famiglia - La famiglia Votta è numerosa: i figli Paolo, di 29 anni, e Valeria, di 24, lavorano entrambi per l'agenzia di pratiche automobilistiche Macrì e vivono per conto loro. La figlia più piccola Letizia, 21 anni, ha da poco finito il servizio civile presso il canile Arca di Empoli e vi è rimasta come volontaria. Il capofamiglia Gino percepisce la pensione di invalidità, e la moglie Marzia, 56 anni, si è fatta assumere per legge come badante familiare del marito.

La solidarietà del Tuttocuoio - Molte testimonianze di solidarietà sono arrivate sui social network per Gino Votta, candidato come personaggio del 2014 da gonews.it in virtù della risonanza della sua causa. Anche il Tuttocuoio, squadra calcistica militante in Lega Pro, avrebbe intenzione di attivarsi. Durante la trasmissione 'Alè Nerazzurri' del canale Telecentro 2, il patron Andrea Dolfi avrebbe ammesso che la squadra ha chiesto dei premi da poter devolvere a favore di "un imprenditore di Ponte a Egola malato di Sla e caduto in rovina".

La risposta della famiglia - La famiglia Votta, informata della notizia, ha voluto far sapere che al momento non è pervenuta alcuna richiesta ufficiale dai neroverdi. E ha dichiarato quanto segue: "Ringraziamo per l'interessamento, siamo colpiti dalla solidarietà dimostrata. Ma non saremmo in grado di accettare alcuna offerta. L'intento della nostra battaglia rimane quello di avere un incontro con le due banche. Nel caso in cui la squadra si voglia adoperare, chiediamo che devolva tali cifre ad associazioni ed enti non profit attive nella lotta contro la Sla".

Elia Billero

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