Irene Rettori, laureata in architettura a Londra

Irene Rettori

L'esperienza professionale di Irene Rettori potrebbe ispirare molte persone, visto che fa l'architetto (una delle prfessioni più difficili in Italia in questo momento).

La scheda

Nome: Irene Rettori
Anni: 30
Cresciuta a: Castelfiorentino
Studi: diploma al liceo scientifico Enriques di Castelfiorentino (2003), laurea in architettura all’università di Firenze (2010), master in Lighting Design presso IED Firenze(2012)
Residenza e professione: vive a Londra dove è architetto e lighting designer
Lavoro in Italia: disegnatrice iscritta all'albo degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Firenze.
Prima esperienza all'estero: quella attuale.
La frase: La preparazione dei professionisti qua è molto specialistica ma manca delle basi di cultura generale che gli italiani invece hanno. Questo si traduce in un approccio diretto e risoluto ma molte volte superficiale.
L’intervista
Come ha deciso di andare all'estero?
Mi sentivo una giovane professionista e un giorno mi sono resa conto di non essere ne l'uno né l'altro. La maggior parte dei neolaureati in architettura, a prescindere dalla loro abilità professionale, sono soltanto dei disegnatori che si prestano ad ogni genere di mansione all' interno di studi professionali per stipendi indecorosi senza alcuna tutela o prospettiva. C'è una grande dispersione di tempo ed energie per stare dietro alla ben nota eccessiva burocrazia italiana e anche i clienti non riescono a dare ai creativi il loro giusto valore per cui l'unico sistema per fare il salto di qualità è partecipare a concorsi di idee che sono comunque sempre a titolo gratuito, oppure andarsene. Io sono stata fortunata o forse ho saputo giocare bene le mie carte lavorando sempre già prima della laurea e avendo l'opportunità di tracciare un percorso di crescita lineare. La crisi dell'edilizia mi ha reso incerta per la qualità del mio futuro e in cerca di nuovi stimoli ho iniziato a indagare quanto fosse apprezzata la mia professionalità altrove visto che in Italia sembra superflua. Il risultato è stato sorprendente e non ho potuto più avere dubbi nonostante le mie resistenze.
Spieghi il suo lavoro.

Lavoro come lighting designer nello studio Inverse Lighting Design che ha sede e Londra e Bangkok. Integro la luce nell'architettura e nel paesaggio collaborando con studi di architettura, landscape ed interior design di fama internazionale alla creazione di atmosfere suggestive e rivelatrici. Mi occupo di progetti di alto livello in tutta Europa, negli Emirati, in America ed in Asia ma la dimensione lavorativa rimane familiare, rassicurante e serena nonostante i tempi stretti e la necessità di coordinarsi con altri team distanti diverse ore di fusorario.
Differenze tra il mondo del lavoro in Italia e in UK
Due realtà agli antipodi. Da una parte c'è il caos creativo italiano dove niente funziona come dovrebbe, dove i tempi morti e i cavilli procedurali soffocano la voglia di fare, ma anche dove la bellezza e la cultura permea le storie di ogni individuo sensibile. Dall'altra una realtà dinamica, cosmopolita ed essenziale. Tutto è istantaneo ed i problemi si affrontano con calma, serietà e risolutezza. Niente è rimandato, gridato, mimato, suggerito ma forse proprio tutta questa trasparenza e serietà causa una certa mancanza di fantasia e profondità. L'aspetto più vantaggioso del loro modus operandi è che ogni lavoratore ha ben presenti le proprie competenze e quelle delle parti terze, le procedure ed i tempi necessarie per portare a termine il lavoro. Ci sono quasi sempre delle figure professionali apposite, dei project manager che si occupano proprio che ognuno abbia tutte le informazioni necessarie per lavorare proficuamente e nei tempi stabiliti. Nessuno sgarra.
La preparazione dei professionisti qua è molto specialistica ma manca delle basi di cultura generale che gli italiani invece hanno. Questo si traduce in un approccio diretto e risoluto ma molte volte superficiale. L'ideale sarebbe, come sempre, un compromesso e spero di contribuire in questo senso con la mia esperienza.
Un aneddoto significativo

Fino a qualche tempo fa ero convinta che i problemi non si potessero risolvere lasciando il proprio paese per fare esperienze in zone con climi, tecnologie costruttive e riferimenti diversi. Avrei solo contribuito a quella globalizzazione culturale che sta per rendere ogni luogo un po' uguale agli altri, e comunque popolato da individui solipsistici egoisti e sociofobici alle prese con le proprie finte necessità alimentate dai media. A spingermi è stata la presenza di mia sorella a Londra e in occasione di una visita ho deciso, quasi per curiosità, di divulgare qualche curricula. Avevo da pochi giorni terminato un master nel settore Lighting effettuato grazie alla vittoria di un concorso per una borsa di studio e non volevo rendere vana questa esperienza: in Toscana sarebbe stato impossibile trovare un occasione analoga perché la luce nei paesi mediterranei è sottovalutata e non esiste una professionalità riconosciuta e definita (non esiste neanche la traduzione in italiano del ruolo). Un contratto a tempo indeterminato, stipulato prima ancora di vedermi di persona e nonostante la mia evidente poca conoscenza della lingua, mi hanno convinto a partire per questa avventura.
Avevo molto da perdere ma anche molto da guadagnare, soprattutto da conquistare.
Tornerebbe in Italia?
Si anche subito se avessi la possibilità di lavorare in un ambiente stimolante capace di farmi crescere umanamente, socialmente, professionalmente e, perchè no ,finanziariamente. Chiedo troppo?
Chiunque è spinto a dare il massimo quando il risultato è riconosciuto,se viene sminuito non c'è speranza di arrivare ad un prodotto di qualità e si rischia di perdere quello per cui l'Italia è famosa nel mondo, l'arte.
Cosa le manca dell'Italia?
Le persone care, i paesaggi toscani soprattutto quelli marini, il clima mite e l'odore di natura incontaminata. Soprattutto l'autenticità, umoralità e spontaneità della gente. Il senso dell'igiene italiano che visto da qua è commovente e assolutamente sottovalutato. Mi manca anche praticare architettura, quella massiva e statuaria radicata nelle nostre usanze.
Dia un voto alla sua vita adesso e a quella prima di lasciare l'Italia.

7- prima per l'impegno e 7+ ora di incoraggiamento. C'è ancora tanto da fare!

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