
Gli aretini scelgono l’albero vero, magari più piccolo, ma non vogliono più la “plastica” in casa. Non è ancora finita la corsa all’acquisto, ma il bilancio dell’annata è positivo, con scelte delle famiglie orientare al “naturale” magari non di grandi dimensioni, un po’ per la crisi, un po’ per la dimensione degli appartamenti.
Arezzo, comunque, è la provincia di produzione più importante a livello nazionale per l’albero di Natale: sono diecine le aziende in Casentino che, da oltre un trentennio, svolgono attività vivaistica specializzata nella produzione dell’albero di Natale con professionalità e profondo rispetto dell’ambiente.
Gli ettari interessati alla coltivazione in Casentino sono ad oggi oltre 150, con un valore della produzione di oltre 3.400.000 euro. Marco Agnoloni fa parte del Consorzio per la Valorizzazione dell’Albero di Natale del Casentino, che da solo produce 1 milione di alberi di Natale nel giro produttivo di 5-6 anni, su una superficie di 150 ettari sui quali operano una decina di imprese agricole.
Lo stesso Agnoloni spiega che “le finalità principali del Consorzio sono quelle di tutelare una coltivazione tipica del Casentino caratterizzata da un profilo ecologico di rilievo e valorizzare la produzione attraverso la pubblicizzazione del proprio marchio e dei metodi di coltivazione”. “Abbiamo come obbiettivo anche quello - insiste Agnoloni - di promuovere la diffusione dell’Albero di Natale coltivato, quale
elemento cardine della tradizione natalizia, e diffondere la conoscenza del territorio casentinese quale zona di produzione vocata”.
Grazie agli alberi di Natale è quindi possibile “mantenere la coltivazione in molte aree di montagna – afferma Agnoloni - con il terreno lavorato, morbido e capace di assorbire la pioggia in profondità prima di respingerla verso valle evitando i pericoli delle frane, mentre la pulizia dai rovi e dalle sterpaglie diminuisce il pericolo d'incendi”.
Un dato interessante che Coldiretti Arezzo segnala è quello sulle dimensioni dell’abete natalizio; negli anni della crisi l’albero di Natale si è accorciato in media di quasi mezzo metro ed oggi la maggioranza degli abeti acquistati ha un’altezza inferiore al metro e mezzo, ma in molti casi non superano neanche il metro. “Insomma - conclude Agnoloni - gli aretini non rinunciano all’albero vero anche se nel tempo si è rimpicciolito per effetto delle difficoltà economiche che spingono a privilegiare alberi di costo inferiore, ma anche per la facilità di trasporto e del minor numero di metri quadrati disponibili per abitazione”. L’albero di Natale diventa quindi più leggero, maneggevole e trasportabile, ma la scelta di alberi più piccoli indica anche una maggiore attenzione degli italiani alla sopravvivenza della pianta oltre il periodo natalizio in quanto - precisa Coldiretti Arezzo - è più facile da curare e da ricollocare in un luogo adeguato.
La vendita avviene nei vivai, nella grande distribuzione, presso i fiorai, nei garden ma ottime occasioni si trovano anche nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica. L’albero naturale italiano concilia infatti il rispetto della tradizione con quello dell'ambiente a differenza delle piante di bassa qualità importate dall’estero che raggiungono l’Italia dopo un lungo trasporto con mezzi inquinanti. Niente a vedere, quindi, con le piante di plastica, che arrivano molto spesso dalla Cina e non solo consumano petrolio e liberano gas ad effetto serra per la loro realizzazione e il loro trasporto, ma impiegano oltre 200 anni prima di degradarsi nell'ambiente.
Decalogo Coldiretti per gestione Alberi di Natale
Prima dell’acquisto:
1. Preventivare l’acquisto con qualche giorno di anticipo per dar modo all’albero di adattarsi al nuovo ambiente e distendere bene i rami, precedentemente imprigionati dalla rete di trasporto.
2. Misurare accuratamente l’altezza del soffitto di casa, per non trovarsi con un albero troppo alto perché all’aperto gli alberi sembrano più piccoli che all’interno.
Al vivaio
3. Non andare alla ricerca di un albero perfetto perché si tratta di un albero vivo, la cui naturale asimmetria è sicuramente compensata dall’autenticità dello stesso.
4. Tutte le conifere tendono a perdere gli aghi nella parte interna dei rami, ma ciò non significa che l’albero sia vecchio e in ogni caso, per evitare di sporcare macchine e case, chiedere al vivaista di scuotere l’albero per far cadere gli aghi secchi. Una volta a casa
5. Sistemare l’albero in un luogo luminoso, fresco, lontano da fonti di calore, come stufe e termosifoni, e al riparo da correnti di aria, come porte e finestre, al riparo da forti folate di vento.
6. Evitare addobbi pesanti per non spezzare i rami.
7. Non spruzzare neve sintetica e spray coloranti perché l’albero è vivo e respira.
8. Mantenere la terra umida ma non eccessivamente bagnata, anche con l’utilizzo di un nebulizzatore, che potrebbe essere applicato ai rami in assenza di fili elettrici.
Terminato il periodo natalizio
9. Se l’albero acquistato ha le radici, può essere posizionato all’esterno sul balcone, o piantato in giardino, ricordando che è una pianta che può crescere anche fino a 15-20 metri.
10. Donarlo ai centri di raccolta indicati dai vivaisti, dai Comuni o al Corpo Forestale dello Stato.
Fonte: Coldiretti Arezzo - Ufficio Stampa
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