Ex imprenditore lotta contro la Sla e le banche: la sua lettera per risolvere il contenzioso

Gino Votta

Pubblichiamo la lettera di Gino Votta, 57enne ex imprenditore di Ponte a Egola che da 17 anni combatte contro la Sla. La storia della sua azienda, la conceria Nuova T.V., si incrocia con quella della malattia e di due banche in particolare. Ecco il testo integrale della lettera:

"Mi chiamo Gino Votta, sono malato di SLA dal 1997, e scrivo questa lettera aperta per ottenere un “semplice” incontro, con due banche che mi perseguitano da 10 anni.

La Monte dei Paschi di Siena e la Cassa di Risparmio di Firenze.

Sono qui col corpo immobile, ma la mente in continuo movimento, stanco di non essere ascoltato.
Scrivo la mia storia, dopo mesi di riflessione, ed anni di inutili tentativi per trovare una ragionevole soluzione; sistematicamente ignorato e preso in giro, da chiacchiere infarcite di inutile pietismo.

Ero titolare di una ditta con 15 operai, quando la “Stronza” (mi permetterebbe la citazione Borgonovo) ha iniziato ad incalzare. Con più ricoveri in ospedale, che presenze sul lavoro, la ditta ha iniziato ad andare sempre peggio, fino alla totale chiusura nel 2002.

Nel frattempo le banche, “pur capendo la difficile situazione personale”, hanno iniziato la loro opera distruttrice, con prelievi dai conti personali, compresa la pensione di mia suocera!
Finché, sono arrivati alla totale chiusura di tutti i mie conti.

Nel peregrinare in giro per l’Italia tra ospedali, consulti di luminari, e medicine alternative, mi accorgo di aver perso tempo e tanto denaro inutilmente; ritorno alla medicina ufficiale e ad avere bisogno di soldi.

Con tutti i conti chiusi, non avevo altra scelta che vendere la nuda proprietà della mia casa.

Da quel momento in poi ha inizio il calvario.

La MPS e la CR Firenze, mi accusano di una falsa vendita e danno il via ad una revocatoria, col fine di poter mettere la casa all’asta.

Parte il processo, udienze, rinvii, per arrivare ad oggi con un appello al 2018.

E’ questa la data da tenere bene in mente, 2018. Con due conti elementari, si fa presto a concludere che mancano 4 anni. Solo 4 anni. Ma un interrogativo mi porta a scrivere questa lettera aperta:

Quanti sono davvero 4 anni, per me? Non lo so.

Con la SLA non si fanno conti elementari, decide lei quando ci sarà l’appello.

Non posso solo essere la causa, e non la soluzione di questa estenuante situazione;

tramite il mio legale, ho contattato in forma privata le due banche, col fine di trovare un accordo definitivo.

MPS non mi ha ancora degnato di una risposta, né tramite il proprio legale, né rispondendo alle mail che abbiamo inviato, sia al funzionario che al Direttore Generale.

CR Firenze da Torino, ci dice che avremmo dovuto trattare con la Dott.ssa Acquisti di Firenze.

La Signora, a sua volta dispiaciuta, “ha capito molto bene la situazione”; talmente tanto bene che ad ogni nostra proposta, ha alzato il tiro sempre di più.

Ho deciso di sacrificare tutti i risparmi tenuti da parte per gli imprevisti della malattia, ed aiutato dai miei parenti, ho raggiunto una cifra accettabile da offrire alle banche. Oltre è impensabile.

Non mi trovo a richiedere soldi o compassione, chiedo un incontro con le due banche e un ravvedimento per la chiusura di questo infinito contenzioso.

Sono a confrontarmi con due banche, che si fanno forza di una policy “per il sociale”, declamano e (fortunatamente) finanziano opere rivolte alle minoranze e ai disabili; ma rifiutano la mia proposta senza nemmeno valutarla adeguatamente.
Non presento un problema globale, ma richiedo la medesima attenzione e coerenza con la loro linea di condotta!

Vi ringrazio per aver letto questa lettera, spero siate in molti a condividerla.. magari in questo modo, si accorgono che li sto cercando. Non ho più voce per lasciare messaggi in segreteria.

Grazie di cuore a chi potrà aiutarmi, a chi mi leggerà e darà man forte.

Grazie di cuore a tutti.

A presto."

Lettera firmata

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