
Si riparte da Giovanni Pagliai, dalle sue parole e dai suoi insegnamenti per tracciare un futuro articolato in tre grandi sfide. La prima relazione morale di Pierluigi Ciari come Governatore della Misericordia di Empoli coniuga sapientemente passato e futuro, ricorda colui che l'ha preceduto e guarda avanti con in mano il pesante testimone raccolto con umiltà e spirito di servizio. E quanto l'avvocato empolese abbia a cuore l'insegnamento avuto da chi l'ha preceduto, emerge anche dal lungo passo dell'ultima relazione morale di Giovanni Pagliai con il quale decide di iniziare la sua prima e che non fa mistero di leggere con emozione. Lo stesso pathos che coinvolge lui e la sala al momento di consegnare ai familiari del Governatore scomparso lo scorso mese di marzo l'Annunciazione d'oro, massima onoreficenza della Misericordia voluta proprio da Pagliai e assegnata prima di lui a Don Corso Guicciardini e a Monsignor Giovanni Cavini. Un lungo applauso rompe il velo di un'emozione palpabile e sincera.
Se dal punto di vista tecnico il passaggio di consegne al vertice era avvenuto in quella triste fine di marzo, per quello che rappresenta l'8 dicembre nella vita della fratellanza e dell'Arciconfraternita, il vero passaggio di testimone avviene proprio nell'assemblea di lunedì mattina, nel giorno dedicato all'Immacolata Concezione, madre di Misericordia.
Quella di Pierluigi Ciari è una relazione morale nello stile del personaggio, sobria, essenziale, piena di tanta concretezza coniugata con i valori che sono da sempre alla base della Misericordia. La relazione di una persona che conosce bene la vita dell'associazione avendo fatto parte del Magistrato dal primo giorno del periodo Pagliai, una persona che si è presa sulle spalle una pesante eredità con l'impegno di portarla avanti con spirito di servizio: "la passione per la vita altrui e la solidarietà restano il cuore del nostro agire". Non a caso i tre punti cardine che identifica per il futuro hanno a che fare con quello spirito di misericordia e con l'attenzione ai bisogni del 'fratello' più debole e bisognoso. Fratello che Pierluigi Ciari identifica nei profughi, nelle categorie deboli alle prese con difficoltà abitative e nei disabili quando resteranno soli. "Non può esserci civiltà senza ospitalità e per questo l'accoglienza dei profughi, progetto che ormai da tempo abbiamo avviato, sarà ancora una parte importante del nostro agire. Saremo inoltre ancora impegnati nella ricerca di soluzioni abitative per altre categorie di persone deboli, sulla strada tracciata con l'idea innovativa degli appartamenti per gli anziani. E infine il progetto ancora in embrione che si propone di prendersi cura dei disabili quando resteranno senza i loro familiari". Il tutto sostenuto da un corpo sociale fatto di 4580 fratelli con 453 volontari attivi capaci di assicurare un volume superiore alle 108mila ore annuali nell'ampia gamma di servizi assicurati dalla Misericordia. E sostenuto anche dall'amministrazione comunale, come testimoniato dalla significativa presenza del sindaco Brenda Barnini (con lei altri due politici, l'onorevole Dario Parrini ed il sindaco di Vinci Giuseppe Torchia) decisa a continuare nella sinergia non certo di facciata ma concreta e quotidiana con la Misericordia. Per fare fronte comune ed aiutare chi è nel bisogno.
Se c'erano curiosità ed attesa nell'ascoltare la prima relazione morale di Pierlugi Ciari, si esce dalla sala con in testa un giudizio sicuramente positivo e con la certezza di un uomo che, assieme al suo Magistrato, è pronto a raccogliere le sfide del futuro ed a dare concretezza a quanto scritto nel Vangelo: "Tutte le volte che avete fatto anche solo una di queste cose ad uno dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatta a me".
Marco Mainardi
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