Lucchini, dagli algerini un miliardo. Rossi: "Tempi rapidi e investimenti su infrastrutture"

L'altoforno della Lucchini

Isaad Rebram - presidente della Cevital, il gruppo algerino che si appresta a rilevare la ex Lucchini di Piombino – ha chiesto tempi rapidi per ottenere le carte e procedere con gli investimenti. E le istituzioni lo hanno garantito. "Organizzeremo nella città uno sportello unico, per tutte le autorizzazioni necessarie a partire: quelle locali e regionali ma anche nazionali" rassicura e ripete il presidente della Toscana Enrico Rossi.

Lo fa uscendo dallo studio del sindaco Massimo Giuliani, dove assieme all'assessore Gianfranco Simoncini, il sottosegretario Velo e il commissario dell'autorità portuale Luciano Guerrieri, ha incontrato il patron algerino per oltre tre quarti d'ora.

Piombino, non solo acciaio ma anche logistica e agroindustriale

Non solo acciaio. Cevital ha quattro progetti in serbo per rilanciare Piombino. "Le prospettive annunciate dal gruppo algerino, se attuate, riporteranno in poco tempo Piombino non solo a produrre 2 milioni di tonnellate di acciaio ma a sviluppare anche nuove attività produttive e commerciali" commenta il presidente della Toscana, Enrico Rossi. "Isaad Rebrab e un imprenditore con i soldi e affidabile – dichiara ai giornalisti - Ha fatto un'offerta migliore per rilevare il polo siderurgico riuscendo a battere in corsa un'altra offerta consistente".

Quattrocento milioni dunque subito e un miliardo a regime. Centocinquanta milioni, spiegano i rappresentanti delle azienda nella conferenza stampa nella sala consiliare del palazzo comunale, saranno destinate alla siderurgia, con la linea di produzione spostata all'interno verso la zona del Padule. La vecchia acciaieria, sul porto, lascerà invece spazio all'area logistica (150 milioni) e all'agroindustria (100 milioni subito ed altri 600 milioni in una seconda fase). La bonifica inizierà da subito: Cevital si servirà di tre o quattro aziende in contemporanea per fare il grosso del lavoro in sei mesi.

"Cevital – spiega Rossi - si è impegnata a fare di Piombino un centro logistico e agroalimentare per l'import e export e la produzione di etanolo, mangimi, succhi di frutta, e zucchero: un centro di riferimento per l'intero Mediterraneo e per tutto il mondo".

Cevital si è impegnata a riassorbire direttamente 1860 lavoratori dei 2200 dipendenti della ex Lucchini: novecento subito per l'attività dei laminatoi, il resto a seguire. Ma alla fine del percorso, è stato sottolineato, i posti di lavoro saranno molti di più degli attuali.
"Ad oggi il gruppo non ha debiti – sottolineano i rappresentanti dell'azienda – e finanzieremo l'investimento di Piombino facendo ricorso alla liquidità di Cevital".

Il primo forno si riaccenderà in diciotto mesi, assicurano i portavoce del gruppo: il cronometro partirà ad aprile 2015, quando sarà firmato il contratto. Il secondo forno partirà sei mesi dopo. Lavorerà all'inizio con rottami: allo studio la possibilità di creare in Algeria, dove il gas costa un quinto che in Italia, un impianto per la produzione di preridotto.

Piombino tornerà a produrre acciai di qualità da subito. Ma il gruppo non guarda solo indietro e ai due milioni di tonnellate di acciaio che lo stabilimento può produrre. "Investiremo sulla ricerca e lo sviluppo – racconta il consulente Farid Tidjani – è essenziale perchè Piombino non chiuda tra otto e dieci anni. E noi qui a Piombino vogliamo rimanere a lungo". Tant'è che si punta ad una collaborazione con l'università di Pisa e il politecnico di Torino. E' stato lui, che da trent'anni abita a Novara, a far scoprire il sito livornese, galeotto il matrimonio del figlio in Toscana. Obiettivo: farne un centro di riferimento mondiale.

Piombino dunque riparte: quattrocento milioni che il gruppo algerino investirà subito (150 destinati alla siderurgia), un miliardo a regime. Li investirà non solo sull'acciaio, ma anche sulla logistica e l'agro alimentare. "Se siamo arrivati qui è grazie alla lotta dei lavoratori e all'impegno delle istituzioni – dice Rossi - Questa vicenda ci ha fatto anche scoprire quanto importante e determinante sia il lavoro che stiamo facendo su porti e infrastrutture".

L'accordo di programma firmato l'anno scorso vale 140 milioni: metà ce li mette lo Stato, l'altra metà la Regione. Altri 130 si sono aggiunti con la partita di riconversione del porto e sono quasi tutti finanziamenti regionali. "Proprio il porto ha avuto un grande ruolo nell'attrarre questi investitori stranieri e forse ne porterà anche altri" ricorda Rossi. Lo conferma anche il patron algerino, che sogna di far di Piombino "la stella del Mediterraneo":

"Quello che da subito ci ha interessato è la prossimità al porto: la logistica ha un peso importante oggi sul costo finale del prodotto". E tutto oggi passa da Rotterdam.

"Ora – conclude Rossi – dobbiamo mandare avanti assieme al Governo gli investimenti decisi, a partire dalla bretella di collegamento tra l'Aurelia, la città e il porto".

"La visione di sviluppo dell'area mediterranea legata ai paesi del Nord Africa – aggiunge - può rappresentare davvero la vera svolta per l'economia non solo di Piombino ma dell'intera Toscana, a partire dalla sua costa".

Fonte: Regione Toscana

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