
Non c'è una parola diversa da vergogna, per spiegare quello che non può essere razionalmente spiegato. E' incredulo il direttore di ConfcommercioPisa Federico Pieragnoli nel leggere che il Comune di Pisa ha deciso di introdurre, tra i pochissimi in Italia, l'unico in Toscana, oltre una lunga serie di imposte e tasse, anche la tassa di scopo. “Una decisione inaccettabile che ci lascia indignati. Continuare a spingere illimitatamente sulla leva della tassazione significa rendere di fatto impossibile ogni tentativo di fare impresa. L'amministrazione comunale di Pisa coglie ogni pretesto per introdurre nuove tasse o per aumentare sensibilmente quelle che esistono. Un fiume di denaro, milioni di euro, sottratti a cittadini, imprese, professionisti, finalizzato ad ingrassare una burocrazia ed una macchina comunale spesso inefficiente, quasi sempre senza una efficace contropartita in termini di servizi erogati. L'esempio della tassa di soggiorno è sotto gli occhi di tutti. Nessuno è in grado di spiegare dove questi soldi, prelevati dalle tasche dei turisti, vengano di fatti impiegati per migliorare accoglienza e servizi. E' cosi, mentre negozi e attività commerciali riducono sensibilmente il loro giro d'affari, costretti a fare i conti con risorse disponibili progressivamente inferiori, l'amministrazione comunale continua a battere cassa a spese di tutti”.
La decisione di questa nuova tassa è in totale controtendenza rispetto alle richieste formulate dagli stessi imprenditori pisani. Spiega Pieragnoli “L'88,1% di loro ritiene priorità assoluta il fatto di ridurre le tasse, pena il rischio della sopravvivenza di molte di loro. Il 78% ritiene che la pressione fiscale sia “aumentata” o “sostanzialmente aumentata” nel 2013. Solo nel primo trimestre di quest'anno, i piccoli esercizi commerciali hanno registrato un altro -6% sulle vendite. Un quadro drammatico, che i tassatori di professione del comune colpevolmente ignorano o ancora più grave, fingono di ignorare”.
Fonte: Confcommercio Pisa
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