
"Parliamoci chiaro. Quanto alla vicenda del mio post assieme alla famiglia rom che vive accanto a me aggiungo che questo è un caso di integrazione possibile e virtuosa, ma ovviamente non tutto funziona allo stesso modo. Il degrado sociale c'è e va combattuto". Così, dopo una giornata di reazioni e polemiche, il governatore della Toscana Enrico Rossi torna sul caso della sua foto con la famiglia rom.
"Esistono i parcheggi umani, l'abusivismo, la microcriminalità, i furti e i furbi, i campi rom dove prolifica l'illegalità e dove si vive in condizioni igieniche intollerabili. E' una questione con molte implicazioni sociali e urbanistiche, in cui - prosegue Rossi - convergono esclusione fisica e povertà, che hanno mutato la pelle delle nostre periferie. Non può esistere l'integrazione al di fuori della legalità: questo va affermato senza ambiguità. Ma ugualmente non possiamo lasciar passare manifestazioni di razzismo e xenofobia nell'indifferenza generale".
"Bisogna ricordare - conclude Rossi - che l'istigazione all'odio razziale è un reato penale che deve essere perseguito come prevede la legge (L 205/93). Nando Sigona, dell'Università di Birmingham e autore del dizionario dei rifugiati e deportati per la Oxford University Press, scrive oggi sul suo blog, commentando il mio post, che i rom della foto 'non vengono accettati come vicini, ma sono disumanizzati e privati della loro storia individuale' che io invece ho provato a raccontare".
Cosa ne pensano i lettori di ong>gonews.it? Parola a loro, appuntamento a lunedì 8 dicembre per trarne le conclusioni.
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