
Alice Giotti ha lasciato l’Italia per un corso di inglese di tre mesi alla fine della laurea, e non è più tornata. Ama la famiglia e le manca avere i parenti intorno, ma la carriera e i vantaggi di stare all’estero le fanno pensare che rimarrà all’estero ancora a lungo.
LA SCHEDA
Nome: Alice Giotti
Anni: 27
Cresciuto a: Empoli
Studi: diploma presso il Liceo Linguistico Virgilio (2006) , laurea magistrale in Economia Aziendale e Governo dell'Impresa presso l'università degli Studi di Pisa (2011).
Residenza e professione: vive a Dubai (Emirati Arabi Uniti) e lavora presso Sidel (multinazionale parte del gruppo Tetra Pak) come Project Administrator for Middle East and Africa.
Prima esperienza all’estero: a Londra, subito dopo la laurea, dove ho fatto prima un'internship e poi ho lavorato due anni per una società di consulenza strategica come Business Analyst.
Lavoro in Italia: mai lavorato (o trovato lavoro). In Italia le uniche esperienze sono state durante l'università presso il complesso fieristico fiorentino.
La frase: Se confronto il mio percorso con quello di chi si è laureato insieme a me, vedo che adesso pochi di loro possono permettersi di andare via di casa.
L'INTERVISTA
Come ha deciso di andare a vivere all'estero?
So perche sono andata all’estero, poi ci sono rimasta in seguito a una serie di eventi. Dopo la laurea io sapevo l’inglese poco e pensavo già allora che una laurea in economia senza un inglese quasi a livello di madrelingua serve a poco, anche in Italia. Dopo la laurea dunque sono andata tre mesi a Londra per un programma di inglese molto intenso. Al termine di quel periodo ho iniziato a mandare cv e ho trovato una internship in una società di consulenza strategica. Ho preso la palla al balzo perché con quello che mi davano per la internship, io a Londra mi ci mantenevo. In ogni caso l’azienda nella quale facevo la Internship mi ha assunto dopo tre mesi, ed è stata una bellissima esperienza.
Il lavoro a Dubai come è arrivato?
Ho lavorato a Londra per due anni: è stato bellissimo ma come esperienza il lavoro in consulenza ti succhia la vita. Io porto sempre questo esempio: per avere il giorno di Natale libero dovevo chiederlo. Mi sono trasferita a Dubai per motivi personali: il mio ragazzo è un architetto e si trasferiva qui. La mia azienda mi ha dato la possibilità di continuare a seguire il mio principale cliente da Dubai, quindi dopo aver sondato il terreno con persone che ci erano venute prima di me, ho deciso di trasferirmi. Arrivata a Dubai a novembre, a metà gennaio avevo trovato lavoro. Non solo, ma dopo sei mesi ho avuto uno scatto di carriera, una cosa che in pochi paesi europei avrei la possibilità di fare.
Nella sua esperienza, quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero?
Premetto che non ho mai fatto in Italia il lavoro che avrei voluto fare. Per quelli che ho fatto durante l'università comunque sono stata pagata pochissimo e con le ore di straordinario retribuite fuori busta. Però è quando ho iniziato a cercare lavoro alla fine dell’università che mi sono trovata davanti un vero e proprio muro. Quasi nessuno rispondeva alle mie email, i pochi stage che trovavo non erano retributi (neanche un rimborso benzina) e si capiva benissimo che non avrei imparato niente. Se oggi confronto il mio percorso con quello di chi si è laureato insieme a me, vedo che adesso pochi di loro possono permettersi di andare via di casa. Se uno si è laureato da tre anni e mezzo è pesante non avere i soldi per pagarsi un affitto.
Cosa le manca dell'Italia?
Tutto, e qui a Dubai mi manca più che a Londra perché tornare in Italia da qua è più complicato. Se avessi in Italia le opportunità che ho all'estero, senza dubbio vivrei in Italia perché io non sono nata per vivere all’estero, mi piace molto avere intorno la famiglia, i parenti e gli amici.
Tornerebbe a lavorare in Italia?
Considerate tutte le cose che ho detto non sono propensa a rientrare in Italia a breve termine, all’estero i vantaggi sono troppi.
Il voto che dà alla sua vita adesso e quello che dà alla sua vita prima di partire dall’Italia?
Mi dò un 8 prima perché avevo l’entusiasmo della scoperta di cosa sarebbe arrivato dopo la laurea e mi dò un 9 adesso perché ho fatto un grande passo avanti e mi sono arricchita molto.
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