
«Non sarà un addio» – ha esordito così ai microfoni di www.velobike.it, nel corso della rubrica di approfondimento“Focus”, il team manager della Cannondale, Roberto Amadio. «Ci sono state tutta una serie di situazioni che hanno fatto ritenere opportuno concederci un anno di pausa, con l’intento di lavorare nel corso del 2015 alla ricerca di sponsor che possano garantirci di tornare con una squadra già dall’anno 2016» – ha spiegato il dirigente veneto.
Tanti amarcord, anche se per il diretto interessato non è stato facile sbilanciarsi quando gli è stato chiesto quale sia stato il ricordo più bello di questa esperienza che si è consumata per dieci anni, a cavallo tra il 2005 e il 2014. «Penso che la vittoria di Ivan basso al Giro d’Italia del 2010, maturata in quel modo, con una squadra davvero impeccabile, rappresenti sicuramente una delle vittorie più belle. Poi c’è stata anche la vittoria di Nibali alla Vuelta, da dove Vincenzo ha incominciato il suo grande percorso successivo».
Proprio sul fuoriclasse siciliano, è caduta la domanda provocatoria rivolta ad Amadio, nella quale gli si è chiesto se ritenesse di avere fatto davvero tutto il possibile per trattenerlo all’interno del suo team. Dalle dichiarazioni del team manager non è affiorata però nessuna incertezza e nessuna recriminazione: «Da parte nostra avanzammo un’offerta sicuramente interessante, ma pur sempre in linea ai budget a nostra disposizione. L’offerta dell’Astana è stata sicuramente più consistente tale da convincere Vincenzo a cambiare squadra. I fatti sono questi e stando così le cose penso ci sia davvero poco da recriminare».
Roberto Amadio si è dimostrato sempre lucido e pragmatico nel corso di tutta l’intervista, convinto che sia«opportuno agire sempre facendo le cose al meglio, con la massima pianificazione». Certo che non dev’essere stato piacevole vedere andar via in un colpo solo gente come Sagan, Mohoric, Formolo, Villella, Viviani e tanti altri. A proposito del fuoriclasse slovacco, da molti criticato per non essere riuscito nel corso del 2014 ad aggiudicarsi nessuna grande classica, Amadio sembra non avere dubbi: «Ricordiamo che Peter non ha ancora compiuto 25 anni e che ha davanti a sè ancora cinque, sei stagioni ad altissimo livello. Sono sicuro che presto riuscirà ad aggiudicarsi qualche grande classica. In una squadra ben strutturata saprà fare grandi cose».
Come pure grandi speranze sembra avere riposte sia in formolo che Villella: «Sapranno ottenere entrambi risultati molto interessanti. Forse per certi tipi di gare sarà più dura per Formolo che non dispone di un grosso spunto veloce. Sono però sicuro che saprà far bene nelle gare a tappe di una settimana e non dimentichiamo che il prossimo anno avrà modo di debuttare in un grande Giro dove potrebbe essere una piacevole sorpresa».
Dopo avere affrontato temi anche di carattere finanziario legati al budget necessario per l’allestimento di una formazione World Tour, allargando al discussione sul perchè in Italia sia così difficile trovare sponsor interessati ad investire nel ciclismo, Amadio si è infine congedato con previsioni piuttosto ottimistiche: «Credo di possedere l’esperienza giusta per cercare di mettere su una squadra “professional” e se avrò la fortuna di incontrare sponsor interessati a misurarsi su progetti ancora più ambiziosi, lascio aperta la possibilità di ritornare con un team World Tour. Insieme a tutto lo staff e ai tecnici Zanatta, Volpi, Scirea, Mariuzzo e Conte, faremo in modo di presentare ancora un gruppo che in questi dieci anni ha realizzato qualcosa di davvero molto bello e importante».
Roberto Sardelli
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