
La relazione tenuta dall'Irpet ha portato a una conclusione lampante: “Per ripartire e guardare oltre la crisi serve uno “Sviluppo squilibrato”, che vuol dire che alcuni cresceranno prima di altri. Ma poi i benefici cadranno a cascata in termini di fatturati e occupazione”.
“Uno sviluppo - ha proseguito lo studio di Irpet guidato dal direttore Stefano Benvenuti Casini - che può avvenire solo abbandonando la convinzione che tutti possono crescere allo stesso tempo. E le imprese che devono partire per prime sono quelle con saldi legami con il territorio, che possono quindi creare un traino per le altre”.
Una relazione molto apprezzata, giovedì 13 novembre, al Palagio di Parte Guelfa, nel cuore di Firenze, nell'ambito del convegno “Sostenere le PMI, il ruolo del Credito Cooperativo”, organizzato da Bcc Impruneta e Bcc Signa.
Di fronte a una platea composta da istituzioni (con molti sindaci in primis) e imprenditori, oltre alla relazione di Irpet, si sono alternati (fra gli altri) il presidente della Federazione Toscana delle Bcc Umberto Guidugli, il direttore della sede di Firenze della Banca d'Italia Vincenzo Umbrella, l'assessore regionale Gianni Salvadori, il presidente della Camera di Commercio di Firenze Leonardo Bassilichi.
“Una serata - ha detto Stefano Romanelli, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Impruneta - per dire (una volta di più) che siamo vicini al territorio, ai soci, alle aziende”.
Al suo fianco Maurizio Rugi, presidente della Bcc di Signa: “Abbiamo sostenuto le realtà economiche, nonostante le criticità, quando le altre banche sono scappate. Con impatti significativi anche sui nostri bilanci. Adesso enti pubblici, Bcc e imprese devono creare un circolo virtuoso. Il futuro delle Bcc è legato indissolubilmente alle piccole e medie imprese, ai loro territori di competenza".
Ancora Romanelli ricordato che nell'erogazione del credito “prima si poteva andare in base alla conoscenza, ai rapporti diretti. Adesso il mercato e le regole sono cambiate, ma noi ci proviamo lo stesso. Anche perché per fortuna abbiamo la possibilità di operare in un territorio in cui molte aziende con le quali lavoriamo sono dei fiori all'occhiello”.
“Anche perché - ha tenuto a dire in conclusione il presidente della Bcc imprunetina - un no dato a chi chiede per noi è un no che mette tristezza. Un no a un artigiano fa male, è un dispiacere terribile. Vorrei che sempre più chi si rivolge a noi sappia che insieme possiamo cercare di cucirgli addosso un "vestito" su misura. Insomma, lavorare fianco a fianco guardando al futuro con fiducia".
Fonte: Ufficio Stampa
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