Il comitato della banca popolare preoccupato per i dati di Confindustria sulla contrazione del credito

foto d'archivio

Il Comitato Promotore della costituenda Banca Popolare di Prato guarda con preoccupazione, e sgomento, allo studio sul tema del “credito alle imprese” recentemente presentato congiuntamente dai Centri Studi delle sedi di Confindustria di Lucca, Pistoia e Prato. La ricerca, che si basa sui dati diffusi da Banca d’Italia per il secondo trimestre del 2014, mostra un’ulteriore contrazione dei “finanziamenti per cassa” e dei “prestiti a breve” concessi dalle banche alle aziende operanti sul territorio pratese.

“Eppure una soluzione al problema ci sarebbe – si legge in una nota diffusa dal Comitato Promotore della Popolare di Prato – ossia dare gambe a un’azienda di credito strettamente legata al territorio, il cui successo come banca non potrebbe prescindere dal successo delle stesse imprese pratesi, suo unico target. Ed è questa una delle caratteristiche principali del nostro piano industriale, approvato dalla Consob in tempi record lo scorso novembre”. Il Comitato Promtore della Banca di Prato, quindi, invita nuovamente gli industriali pratesi, ma anche le altre categorie economiche, a non perdere quest’occasione, più unica che rara, di far gravitare sul territorio pratese una banca locale, il cui obiettivo è riassumibile nel concetto “un centesimo raccolto a Prato è un centesimo investito a Prato”.

Il progetto BpdP è l’unico, tra tutte le start-up bancarie presenti in Italia (es. L’Aquila, Biella e Parma), a non aver ricevuto il pieno placet di Confindustria, sebbene un numero sensibile di aderenti abbiano acquistato quote del capitale sociale del costituendo istituto di credito.

Un fenomeno “strano” a detta della stessa Consob che a più riprese si è complimentata con il Comitato per l’efficacia del piano industriale presentato. “Onestamente non comprendiamo – spiega nella nota il Comitato Promotore della Pop di Prato – le ragioni che stanno spingendo gli industriali a lamentarsi della scarsa erogazione del credito da parte delle banche e non avvallare appieno questo progetto creditizio, certo non risolutivo, ma comunque capace di contribuire ad arginare il fenomeno”.

Fonte: Ufficio Stampa

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