
I principali produttori italiani di acciaio da forno elettrico si sono riuniti a Milano, in una sessione straordinaria del direttivo di Federacciai, per discutere della proposta di costituire una società consortile partecipata dagli stessi imprenditori per realizzare un 'impianto di preridotto' (DRI) dalla capacità di 2,5 milioni di tonnellate di produzione annua. L'impianto potrebbe occupare 150 persone; l'investimento sarebbe sui 450 milioni di euro. Sorgerebbe a Piombino (Livorno) in un'area di proprietà della Lucchini spa, e si baserebbe su una nuova tecnologia che permette di impiegare minerale preridotto (DRI/HBI) nei forni, mixato a rottame tradizionale.
Tra i vantaggi, l'abbattimento considerevole delle emissioni di CO2 e una migliore qualità (grazie al minor utilizzo di rottame non di primissima qualità) della colata e quindi del prodotto finale. Avrebbe invece alti costi operativi per i maggiori costi per l'utilizzo di gas. La produzione di preridotto, spiega Federacciai, rappresenterebbe un importantissimo supporto all'installazione di un forno elettrico a servizio della siderurgia a Piombino, ipotesi che sembra rientrare nella prospettiva strategica del sito "così come esplicitato nelle offerte dei due player (Jindal e Cevital) che hanno manifestato l'interesse a rilevare gli impianti".
"Si tratta di una scelta strategica - ha spiegato il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi - che dimostra la lungimiranza degli imprenditori siderurgici, consapevoli che i costi dell'energia e del rottame rappresentano sempre più, anche in una prospettiva futura, fattori critici e penalizzanti dal punto di vista della competizione globale".
Fonte: Ufficio Stampa
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