
Poi vengono i patronati: da una parte si chiede l'erogazione di un numero sempre maggire di servizi ai cittadini e dall'altra si tolgono i fondi a questi enti (fondi per altro già esigui). Domanda: se c'è un problema di rapporti tra Governo e Cgil perché farci rimettere i cittadini? Chi si farà carico di questi servizi se i patronati non dovessero esser più in grado di svolgerli? L'Inps? E perché fino ad ora non lo hanno fatto?
Poi abbiamo la ciliegina sulla torta” continua il vicepresidente regionale Cia “da una parte si sbandiera il bonus bebè per tre anni dall'altra si “nasconde” (forse perché ci si vergogna!) che dal 2016 al 2018 in assenza di sostanziali risparmi di spesa o, in alternativa, di aumenti nelle entrate fiscali, l'iva passerà dall'attuale 22% prima al 24% (2016) poi al 25% (2017) e infine addirittura al 25,5% (2018): forse al bebè il bonus serve per non piangere dalla disperazione!
Sono provvedimenti che ovviamente porterebbero diritti al fallimento di un intero Paese” conclude Rabazzi “ e forse questo a qualcuno in Europa non dispiace nemmeno tanto (mors tua vita mea) ma da italiani prima ed agricoltori poi diciamo chiaro e tondo che non accetteremo questa assurda logica: prima di arrivare a questi aumenti si devono chiudere le centinaia di enti inutili e costosi che nel corso degli anni si sono sedimentati nel nostro sistema amministrativo! Insomma il gioco è sempre quello da una parte si esalta quello che si fa di positivo sbandierandolo ai quattro venti e dall'altra si tace o si nasconde quello che invece è lo scotto da pagare. Purtroppo anche con l'attuale classe dirigente la musica non è cambiata: si da 10 per togliere 100: brutto segno!”
Fonte: Cia Toscana
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