Calo della produzione di olio, la Cia: "Rischiamo di perdere uno dei più importanti settori della nostra regione. La politica intervenga"

foto d'archivio

"I problemi per il settore primario sembrano davvero senza fine: è infatti  in arrivo un ennesimo duro colpo, una bastonata che rischia di mettere in ginocchio una delle produzioni simbolo della nostra regione: quella dell'olio di oliva   Enrico Rabazzi,Vicepresidente regionale  Cia - Confederazione Italina Agricoltori - commenta i dati relativi al calo di produzione di olio in Toscana. "Le bizzarrie di questa estate e gli attacchi della cosiddetta mosca hanno letteralmente falcidiato i raccolti e ora si stima un meno 40 % di produzione. Un dato che coinvolgerà praticamente tutte le imprese agricole, visto che, secondo Artea, sono oltre il 95% le aziende toscane che nei loro terreni hanno anche gli ulivi.

Un settore, questo che, con le eccellenze dell' Igp e del Made in Tuscany, smuove diversi milioni di euro all'anno, assorbe un numero significativo di lavoratori e genera un indotto molto più alto degli investimenti. La preoccupazione ora ” aggiunge Rabazzi “ è che la produzione oltre che poca sia anche di scarsa qualità a causa dai danni della cosiddetta mosca dell'olivo, e se non saranno rispettati i rigidi criteri chimici ed organolettici questo pregiato condimento non si potrà fregiare delle certificazioni necessarie per tenere alto il nome dell'olio toscano in Italia e nel resto del mondo.

 

In Toscana sono circa 50mila le imprese che subiranno forti danni e la Maremma non fa eccezione: l'Olma struttura di riferimento per Grosseto macinava circa 70 mila quintale di olive all'anno, per il 2014 si stima un calo di oltre il 60%.

Come Confederazione" - continua Rabazzi - " siamo allarmanti e da settimane stiamo lavorando senza sosta per trovare delle soluzioni. La politica, a partire da quella nazionale, non può più stare a guardare o limitarsi a pontificare; pretendiamo risposte urgenti ricordando che l'intera economia agricola regionale rischia di subire un contraccolpo senza uguali. Se anche in questa occasione chi ci amministra preferisce non sentire e lascia che siano gli stessi imprenditori a trovare le risposte, il rischio è quello dell'abbandono di un comparto che tiene alto il nome delle eccellenze toscane nel mondo, che crea economia e lavoro, che tutela il paesaggio e non ultimo contribuisce a un corretta alimentazione e a prevenire alcune malattie. Per questo come Cia garantiamo una battaglia senza sosta per tutelare l'olivo simbolo indiscusso del meglio della Toscana."

Fonte: CIA Toscana

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