Il professor Buiatti parlerà nella sala consiliare: il suo intevrento

Il municipio

Se vi hanno insegnato che il pesce grande mangia il pesce piccolo, se pensate che in natura viga esclusivamente la legge del più forte e che la competizione, tra gli individui e tra le specie, sia la sola e unica modalità di interazione e di affermazione a disposizione dei singoli, preparatevi a cambiare idea.

È quanto ci promette Marcello Buiatti, professore di genetica dell’università di Firenze, che il 22 ottobre 2014, nella Sala Consiliare del Comune di Calci, interverrà a parlare della "Storia dei rapporti etici di collaborazione fra diversi, dai batteri a noi umani ". La conferenza, organizzata dall’associazione Amici del Museo di Storia Naturale di Calci in collaborazione con il Museo stesso, rientra in un progetto finanziato dalla Regione per la valorizzazione dei sistemi museali: progetto che nel 2014, 130 anni dopo la morte di Mendel, prende il titolo di “Geni al lavoro”.

Ma non solo di genetica si parla, anche se la genetica è il punto di partenza. “Il mio” spiega Buiatti “vuole essere un ragionamento su come determinati principi etici, che noi riteniamo essere esclusivo appannaggio, quando non addirittura invenzione, degli esseri umani, in realtà facciano parte dell’ordine della natura”. Quindi possiamo riscontrarli anche negli animali? “Non solo. Anche nei batteri. Nel mio intervento tesso un filo storico per dimostrare come sin dai primordi la vita si sia evoluta attraverso tre principi: la moltiplicazione, il differenziamento (cioè la diversificazione tra gli individui che si sono moltiplicati) e, in ultimo, ma non meno importante, la cooperazione tra diversi. Senza di essa non c’è vita”. Il professore porta esempi di batteri che si suicidano per favorire la propagazione degli altri, individua lo stesso comportamento nelle radici di certe piante. E non solo. “La cooperazione si verifica anche tra specie diverse: ogni essere umano ha in sé un chilo e mezzo di batteri che è, di fatto, una parte di sé”. Ma questo l’uomo lo ha dimenticato: ha dimenticato la fondamentale importanza della collaborazione, non solo come valore etico ma anche come imprescindibile fattore evolutivo e di sopravvivenza, come istinto prima di tutto naturale. Al contrario, l’uomo si è costruito l’illusione che la competizione sia quanto la natura stessa ci detta, e il resto siano solo sovrastrutture e pastoie sociali che rappresentano, pertanto, un impedimento e una forzatura. Ma questo oblio è tutt’altro che privo di conseguenze.

“Prendiamo l’economia. In greco “economia” significa legge dell’ambiente: l’economia dovrebbe servire a stare bene. È nata come lo scambio di prodotti utili. Poi si è passati a costruire oggetti sempre meno utili, e si è arrivati all’assurdo di oggi, quando il 92% dell’economia non corrisponde a niente di reale ma solo a scambi di borsa”. Un ammonimento, dunque, quello che secondo Buiatti ci viene dalla genetica. E tuttavia, “il mio non sarà un discorso pessimista”, garantisce. E che altro potremmo aspettarci da chi ha ricostruito le basi scientifiche dell’altruismo?

 

Fonte: Centro di Ateneo Museo di Storia Naturale

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