Ponte a Elsa, presente il presidente aggredito all'assemblea del circolo 'Ristori'. La solidarietà dall'Arci e dalle istituzioni

Rossano Campigli (foto da gonews.it)

Un eroe senza volerlo: questo è Rossano Campigli, il presidente del circolo Arci di Ponte a Elsa, frazione di San Miniato, aggredito lo scorso 1° ottobre da Giancarlo Cecchi. E l'assemblea di stasera, lunedì 6 ottobre, ha testimoniato il calore di tutta la comunità verso la vittima di un'assurda rappresaglia. La sala da ballo del circolo Oreste Ristori era colma di persone venute per ascoltare la versione del presidente, che non è trapelata dai media fino ad oggi. Di Cecchi non verrà mai fatto il nome per tutta la serata.

La versione del presidente - Campigli è stato il primo a parlare, con la voce a metà tralo sforzo e la commozione, ma sempre con toni pacati. "La decisione di venire l'ho presa 5 minuti fa, avevo già avvertito che non sarei venuto ma per rispetto per tutti quelli che sono venuti, i consiglieri e i soci, ho scelto di arrivare", così ha esordito Campigli.

"Quando prevale la forza sulla ragione perdiamo tutti - ha commentato Campigli -, ma nessuno si è fermato a chiamare il 112 in via Nazionale quella sera". Un ringraziamento e un'accusa, così si sente diviso il presidente. E si arriva alla minaccia di chiudere il circolo, per colpa di chi non ha accettato le sue regole associative.

"Ringrazio ancora i consiglieri, la mia famiglia, chi mi è stato vicino e mi ha cercato in questi giorni, chi mi ha supportato e sopportato", ha concluso Campigli. "Ora bisogna stringere i denti e andare avanti".

I toni forti - Meno delicate sono state le parole dell'ex presidente del circolo 'O. Ristori' Walter Bini. "Davamo per scontato che questa fosse stata una ragazzata ma così non è stato", ha detto leggendo dal discorso preparato per l'occasione. Ma poi, stracciando il foglio, ha accusato "il tavolo dei benpensanti e nulla facenti che hanno sempre denigrato le attività del consiglio e dei soci". Sono volati termini forti, figli di uno sfogo da lungo tempo covato. E saltano fuori dettagli sull'aggressore: da tempo Cecchi avrebbe fatto pressioni su altri soci, ci sarebbe andato giù duro in certe discussioni, usando anche le mani.

Il ritorno allo statuto - Chiara Salvadori, presidente Arci del circondario Empolese Valdelsa, ha provato a spiegare in termini spiccioli quali fossero stati i provvedimenti che hanno scatenato la reazione violenta contro il presidente Campigli. L'espulsione, l'iscrizione di Cecchi ad un altro circolo, il ricorso al collegio dei garanti. E poi la decisione di voler chiudere i conti con le mani piuttosto che con il normale iter amministrativo.

La solidarietà dei sindaci - Erano presenti anche Vittorio Gabbanini e Brenda Barnini, sindaci dei due comuni su cui si divide Ponte a Elsa. Barnini ha puntato l'attenzione sulla democrazia, "la cosa più difficoltosa che esiste da attuare", e sulla necessità di ripartire come circolo, associazione, e comunità. Gabbanini, da tempo conoscente di Campigli, ha detto di ammirare il presidente per essere presente e per non aver mollato dopo un momento di così grande difficoltà. "È necessario combattere ed emarginare persone così", ha detto il primo cittadino. E citando Enrico Rossi ha insistito sul "ripartire dai circoli Arci, perché è da lì che riparte la buona politica".

Circolo come tempio della democrazia - Ad affermarlo è stato Gianluca Mengozzi, presidente Arci Toscana, il quale ha ammirato e lodato il coraggio e la capacità gestionale di Campigli. "Le case del popolo sono nate dal lavoro di chi sottraeva momenti di riposo dalla propria professione per erigere questi templi della democrazia". Ed è necessario onorare queste mura "per non farsi sopraffare dagli altri".

Elia Billero

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