Strage del Duomo, il sopravvissuto Giorgio Corsi in Comune per mantenere viva la memoria

Il presidente del consiglio comunale Simone Giglioli introduce Giorgio Corsi (foto Veronica Gentile per gonews.it)


Continuano le commemorazioni per la vicenda della Strage del Duomo, avvenuto il 22 luglio di 70 anni fa, stavolta con la testimonianza di un ospite d'eccezione. Era presente con la sua famiglia all'interno della chiesa bombardata, è stato presente anche oggi, venerdì 3 ottobre, nella sala consiliare del Comune di San Miniato. Giorgio Corsi, nato nel 1930 a Prato, per scampare alla furia nazista e al caos del post-armistizio partì alla volta di Isola, frazione di San Miniato dove risiedeva il parroco suo parente don Aldo, e si ritrovò quel fatidico giorno di luglio nel Duomo.

L'evento - La cerimonia è stata fatta quasi a sorpresa per l'ospite 84enne, pittore e narratore delle sue vicende in alcuni diari personali. Erano presenti molte autorità, dal sindaco Gabbanini al presidente del Consiglio  Giglioli, l'assessore Guazzini, lo studioso Enzo Cintelli, che al periodo 1944-45 ha dedicato più di un volume. Presente anche il consigliere comunale di Fucecchio Aurora Del Rosso, in rappresentanza del territorio che ebbe una strage ancora più tremenda, quella del Padule, la seconda in Toscana per numero di morti dopo Sant'Anna di Stazzema.

Le celebrazioni - Il presidente Giglioli ha puntato l'attenzione su come il Comune stia cercando di ampliare quanto più possibile la memoria storica di un paese ferito come San Miniato. "Bisogna riportare la gioia delle celebrazioni della Liberazione, che nel nostro comune non è mai stata festeggiata in quanto a tre giorni di distanza da quel terribile fatto", ha commentato Giglioli.

Dal sindaco sono arrivate parole di speranza riguardo alla memoria storica: "L'interesse per mantenere vivo il ricordo di questo evento è testimoniato dal fatto che anche nella frazione di Catena abbiamo da poco inaugurato due lapidi per episodi simili". Sulla questione delle lapidi ha ribadito l'importanza di togliere quelle ancora presenti sulla facciata del comune per sostituirne con un'altra, dove siano scritti solo i morti del conflitto. "In un momento di così grande instabilità politica", ha concluso Gabbanini, "il ricordo è la parte più importante affinché una terza guerra mondiale non avvenga mai più".

La storia di Giorgio Corsi - Le vicissitudini di Corsi sono terminate in modo molto più felice rispetto ad altri sventurati che sono morti o hanno perso l'intera famiglia nel bombardamento. Il suo ricordo dell'evento lo accompagna anche durante la vita quotidiana, come ha ammesso in un suo diario letto dall'ex presidente del Consiglio comunale Marzia Bellini.

Sperando di trovare rifugio nella curia, i Corsi sono andati incontro alla morte e fortunatamente ne sono usciti solo con delle ferite. Giorgio Corsi ha parlato della sua vicenda con la tranquillità e l'obiettività che merita un episodio accaduto ormai 70 anni fa. I tempi sono più che maturi per una riflessione pacata e costruttiva da parte di testimoni e storici.

 

Elia Billero

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