Sauro Cappelli: la mia Empoli dalla Liberazione ad oggi

Lo spunto per una chiacchierata lo dà il 70° anniversario della liberazione di Empoli, ma da lì si parte e basta perchè poi si spazia ovunque: i ricordi della guerra, la ricostruzione, gli anni trascorsi in Comune, gli aneddoti, il partito, i sindaci, l'attualità. Al centro sempre e comunque Empoli, la città dove Sauro Cappelli è nato nel lontano 1929, ha vissuto e vive ancora oggi, la città che ha amministrato per 21 anni come Assessore e che conosce come pochi altri.

Partiamo da quel settembre del 1945 quando Empoli viene liberata

Noi da sempre consideriamo il 2 settembre come la data della liberazione, ma in realtà si può dire che è stato il completamento della liberazione visto che a quella data i tedeschi erano ormai andati via. Il centro di Empoli è stato per lungo tempo terra di nessuno, con i tedeschi che erano oltre l'Arno e gli alleati nella zona del Pozzale, Casenuove, Martignana. Ricordo ad esempio che alla Farfalla l'ingegner Regini aveva fatto un rifugio dove molti avevano contribuito ed erano poi sfollati, mentre altri erano nella zona di Limite, ma in centro c'era rimasta poca gente e ci furono anche un paio di scontri di rilievo fra le forze militari in campo. Questo periodo fu lungo anche perchè gli americani non avevano fretta nelle loro operazioni

Come era ridotta la città?

Male, quando la gente tornò in centro il 50% delle case era distrutto mentre altre, compresa la mia, erano lesionate. Non c'era più un campanile ad eccezione di quello della Madonna del Pozzo, non c'era più una ciminiera. A reggere le redini della città fu il Cln che era insediato a Monterappoli ed a cui aderirono diversi partiti, il suo ruolo fu fondamentale
C'erano solo macerie e fame

Sì, soldi non ce n'erano, gli animali erano stati razziati ma per fortuna fu un anno nel quale la terra dette tanto e qualcosa da mangiare, così, in un modo o nell'altro c'era. Ma devo dire che venne fuori una caratteristica degli empolesi che ritroverò poi anche nell'alluvione del 1966, ovvero la capacità di fare gruppo, di rimboccarsi le maniche tutti insieme per far ripartire la città

Politicamente che Empoli era?
Empoli non si era mai piegata nemmeno durante il fascismo, c'erano personaggi che non chinavano la testa nemmeno negli anni in cui il regime era al massimo. Ricordo ancora quei tempi che mi formarono sia politicamente che come uomo, ero giovane ed avevo uno spirito rivoluzionario. Certe cose che ho imparato allora me le sono sempre portate dietro

Ad esempio?
Una volta un operaio alla Casenuove mi disse, Sauro impara una cosa. Battiti sempre per le tue idee ma rispetta anche quelle altrui sennò diventerai settario. Una cosa che nella mia vita ho sempre cercato di fare e che mi porterò nella tomba

Che ruolo ebbe Empoli nell'antifascismo?
Fu la capitale toscana. Basti dire che nel 1938 quando il fascismo toccò l'apice c'erano più di 200 iscritti al Pci e oltre 100 passati dal tribunale speciale. Ed erano tempi nei quali si doveva stare attenti anche a cosa si diceva in strada. Il tutto senza dimenticare gli empolesi che lasciarono la città e che dettero un contributo fondamentale alla lotta di liberazione, uno per tutti Remo Scappini

La ricostruzione passò solo dalla capacità di fare gruppo?
E dalle donne che ebbero un ruolo fondamentale sia in questa fase che dopo. Basti pensare alle fiascaie, le fiammiferaie dal Rosselli, il girare per le famiglie a raccogliere contributi per aiutare chi aveva bisogno, per arrivare poi al boom economico degli anni '70-'80 quando a dare la ricchezza era il lavoro delle donne in casa per le confezioni. Questo ruolo fondamentale che hanno sempre avuto non è mai stato del tutto riconosciuto alle donne empolesi

Parlando di Empoli sul giro che vogliamo dire?
Che ha formato le famiglie, non si andava la sera a cena senza averne fatto prima uno. Le donne giravano in un verso, gli uomini nell'altro e così ci si guardava e nascevano le storie. Il giro ha fatto la storia di Empoli

Quando entrò nel Pci?
Nel 1949, ma dentro al partito io sono sempre stato un po' eretico, nel senso che ero un socialdemocratico anche se certe cose all'inizio non potevo permettermi di dirle. A Mario Fabiani, quando era nella scuola del partito a Mosca assieme ad altri empolesi, fu detto da Parigi di tornare in Italia. A chi gli disse che prima l'Ovra lo avrebbe arrestato rispose: dalle galere di Mussolini forse posso tornare anche vivo, da quelle di Stalin no. E quando Stalin morì disse che era scomparso un dittatore. Ecco, diciamo che lui poteva dirlo, mentre io no

Poi ci furono gli anni della guerra fredda, della Dc cosa pensava?
Anche se eravamo su posizioni opposte devo riconoscere il merito alla Dc di aver sempre tenuto testa alla destra americana che voleva mettere fuorilegge il Pci

Nel 1970 entra in consiglio comunale e inizia una carriera politica che finirà nel 1995 con ben 21 anni da Assessore. Tre sindaci, Mario Assirelli, Silvano Calugi, Varis Rossi. Quello a cui è più legato?
Mario Assirelli per me è stato il più grande Sindaco di Empoli. Forse sarò partigiano perchè a lui devo tanto, ma la penso così

Le dispiace non aver mai fatto il Sindaco?
No, quando entrai nel Pci non mi sarei mai sognato nè di essere messo in lista nè tantomeno di fare l'Assessore. Io ho solo la quinta elementare e credo che per uno come me aver ricoperto quel ruolo sia stato il massimo

A votare è sempre andato?
Io vengo da lontano e so che il diritto di voto è stato conquistato a costo delle morte. Per questo sì, sempre

Quel Pci nel quale entrò nel 1949 ormai non esiste più, però
Io ho sempre cercato di andare dalla parte di chi sta coi più deboli, di chi ha bisogno e non ho mai rinnegato la mia storia anche dopo i cambiamenti che ci sono stati nel partito

L'ultima domanda è l'attualità. Gli inizi di Brenda Barnini sindaco?
Mi sembra che sia partita bene, a lei ho sempre detto di stare fra la gente, quanto più vicino alle persone. Una volta Mario Assirelli mi chiamò e mi disse: serve un assessore alle bischerate, ma non la prendere male questa cosa. Intendo uno che stia fra le gente, ascolti i problemi anche piccoli e provi a risolverli. E' questo che anche lei deve fare, avere il contatto con la realtà quotidiana. Meglio stare meno in ufficio e più con gli empolesi. Per il resto credo debba risolvere tre questioni fondamentali: l'ospedale vecchio che può significare il rilancio del centro storico, la ex Vitrum e la strada di collegamento fra lo svincolo di Empoli centro e la zona di Carraia e oltre. Per lei sono tre cose fondamentali

Marco Mainardi

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