
Il Festival del pensiero popolare / Palio di San Rocco Pellegrino giunto alla sesta edizione ha confermato la sua straordinaria vitalità e soprattutto il suo essere assolutamente orginale, assolutamente diverso da tutte le altre manifestazione che punteggiano l’estate toscana, ma anche quella nazionale.
La ricetta è alla fine molto semplice, unire la cultura con il pensiero popolare, il sacro con il profano, una cultura contadina legata ai secoli e alla storia, con una internazionalità di stimoli che quest’anno ha raggiunto il suo apice. Grazie al pubblico, che ha portato nelle piazze di San Miniato persone di tutto il mondo e di tutte le religioni (dal Senegal al Gambia, dall’Austria a Israele, con almeno un’altra decina di provenienze registrate dagli organizzatori), in serate giocate sulla semplicità, ma anche sulla complessità dell’impianto, ad esempio quella con Marilina Veca, che non ha semplicemente presentato un libro su un’ebrea sefardita del 1500, ha costruito uno spettacolo davvero eccezionale, durante il quale hanno dato prova del loro grande valore, oltre alla lettrice narratrice (la stessa Veca), anche il cantante, Piero Nissim e la ballerina di danze spagnole, Maria Teresa Spinelli. Ma durante la stessa serata è stata di eccezionale valore anche la presenza di un gruppo di africani, sbarcati in Sicilia pochi giorni fa, che la USL 11 ha posizionato provvisoriamente in piazza XX settembre. Ebbene questi ragazzi sono stati salutati dal quartiere, accolti da Giacomo Gozzini, assessore al Comune di San Miniato e da Marie Pierre Djeng, una signora senegalese che vive a S.Croce. Così come nella parte finale del libro della Veca, alla fine della serata si è parlato di accoglienza, di solidarietà, di amicizia tra i popoli, davanti a un pubblico attento e partecipe, che come sempre ha salutato con grandi applausi l’evento in programma.
Sarebbe difficile adesso rifare il percorso del Festival, tanti sono stati le manifestazioni che si sono succedute, durante i sette giorni di intenso programma, dallo straordinario spettacolo del gruppo CoRe, realizzato da un commovente gruppo di sessanta anziani che venivano da dieci case di riposo della zona, al bellissimo film sulla liberazione di San Miniato, realizzato da Beppe Chelli e Daniele Benvenuti, fino alla bellissima serata dedicata a Dilvo Lotti, durante la quale oltre a Luca Macchi, protagonista anche di una personale di pittura, due attori, come Mariogesu Fantacci e Andrea Niccolini hanno recitato un meraviglioso spettacolo all’interno della cappella dell’ospedale, un luogo quasi sconosciuto che lo stesso Lotti ha interamente decorato con dipinti e altri interventi di altissimo valore.
Prima di chiudere dobbiamo dare almeno notizia dell’ultimo giorno del Festival, con il tradizionale Palio di san Rocco, di cui si ha notizia già dalla fine dell’800 (giochi soprattutto con i bambini, con rottura di cocomeri a partire da un salto che finisce con un salto sul proprio posteriore) e della premiazione e concerto di Riccardo Marasco.
Questo travolgente cantante della tradizione toscana è stato premiato dal sindaco di San Miniato, Vittorio Gabbanini, dal pittore Luca macchi, autore del premio e da Marzio Matteoli, che da par suo, ha improvvisato alcune ottave in onore di Marasco, per quello che Marzio considera un grande maestro, che come lui mischia la canzone colta con quella più popolare e a volte anche sboccata.
Durante l’ultima sera è poi uscita la grande statua di San Rocco, costruita l’anno scorso da Giulio Greco (autore anche quest’anno di un bellissimo intervento, “L’Angelo di Pittari”, dentro la chiesa di Santo Stefano), poi il lancio del Buttafumo, l’enorme incensiere, parente stretto di quello che a Santiago di Compostela accoglie i pellegrini.
- Riccardo Marasco
- Il Palio di San Rocco Pellegrino di San Miniato
- Il Palio di San Rocco Pellegrino di San Miniato
- Il Palio di San Rocco Pellegrino di San Miniato
- Riccardo Marasco a San Miniato
- Riccardo Marasco a San Miniato
Fonte: Ufficio Stampa
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