Il capoluogo ricorda la Liberazione con i rintocchi della Martinella. Il sindaco: "Importante ricordare quei valori per mantenere la pace"

Una foto delle celebrazioni (da twitter)


Una foto delle celebrazioni (da twitter)

Una foto delle celebrazioni (da twitter)

Le celebrazioni per la Liberazione sono iniziate questa mattina alle 7 con i rintocchi della Martinella, la campana della Torre di Arnolfo che l’11 agosto del 1944 suonò per annunciare alla città il ritorno alla libertà e alla democrazia. Alle 10 in piazza dell’Unità Italiana il sindaco Nardella e i rappresentanti delle organizzazioni partigiane e delle autorità civili, religiose e militari hanno deposto una corona di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre. Erano presenti i sottosegretari Luca Lotti e Gabriele Toccafondi, parlamentari, assessori e consiglieri comunali. Sono stati letti messaggi della chiesa cattolica, della chiesa avventista e della comunità ebraica.

Poi la banda della Filarmonica Rossini ha preceduto il corteo (fino a Palazzo Vecchio) aperto dal Tricolore, dalla bandiera del Comitato toscano di Liberazione Nazionale, da quella del Corpo volontari della Libertà, dal gonfalone di Firenze col sindaco Nardella, assessori e consiglieri comunali, insieme a quelli della Regione Toscana con la vicepresidente della giunta Stefania Saccardi, della Provincia di Firenze con l’assessore Giovanni Di Fede, del Comune di Prato con il sindaco Matteo Biffoni, del Comune di Scandicci con il sindaco Sandro Fallani, del Comune di Sesto Fiorentino con il sindaco Sara Biagiotti, degli altri comuni della provincia di Firenze. Presenti i labari delle associazioni partigiane e Vittorio Meoni presidente Anpi Siena, che nel Salone dei Cinquecento ha poi concluso la cerimonia prendendo la parola dopo Nardella.

Nardella: “A settanta’anni dalla libertà riconquistata il patrimonio più importante è quello della memoria”
“Settant’anni sono un numero importante, quasi l’intera vita di una persona. Occorre continuare a tramandare la memoria che non deve essere la luce di una candela che si affievolisce ma quella del sole che dopo ogni tramonto risorge in una nuova aurora. Libertà e giustizia sono i beni più preziosi e il patrimonio più importante da coltivare è quello della memoria”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, celebrando nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio il 70/o anniversario della Liberazione della città dai nazifascisti.

“Abbiamo il dovere – ha detto Nardella – di ricordare tutte le vittime della Resistenza e della Liberazione, e dobbiamo tenere bene a mente che la pace non è un frutto acquisito per sempre ma è il frutto più fragile che ci viene consegnato da chi ha vissuto la guerra. La pace è e resta per noi un obiettivo da perseguire, e lo ricordiamo oggi con guerre alla porte inaccettabili: da Firenze diciamo con forza basta a tutte le guerre e alle persecuzioni religiose, indegne dell’umanità”.

Citando il filosofo Mauro Magatti, Nardella ha poi sottolineato come la libertà oggi sia di tipo adolescenziale, impulsiva, superficiale, che da adulti diventa individualismo. “Ma essere liberi – ha sottolineato - non significa essere liberi da legami ma vivere nella responsabilità di cosa ci lega alla nostra comunità e alla nostra patria. Oggi dilagano modelli di libertà che sono egoismo, individualismo, poca lungimiranza, ma soprattutto in un momento di crisi economica non chiudiamoci in difesa ma facciamo un passo avanti, reagiamo, recuperiamo coraggio e consapevolezza di chi la libertà l’ha assaporata sulla sua pelle e riconquistata”.

Nardella ha poi annunciato che intende concludere il percorso, avviato dal suo predecessore Matteo Renzi, del nuovo museo della Resistenza e della Liberazione. Ci sono tre luoghi ipotetici dove è possibile realizzarlo: nell’area ex Longinotti a Gavinana, a Villa Vogel e in centro, adiacente al museo Marino Marini. “Deve essere – ha detto Nardella – uno spazio dedicato ai giovani, dove coltivare ogni giorno la memoria”.

Durante il suo discorso Nardella ha ricordato come quest’anno cadano altri due importanti anniversari: il centenario dell’inizio della Grande Guerra e il centenario della nascita di Gino Bartali, il campione di ciclismo ‘giusto tra le Nazioni’ per il suo impegno nel salvare vite umane durante il secondo conflitto mondiale.

“Nel 1944 – ha concluso il sindaco – c’erano civiltà e fronti contrapposti: oggi dietro al nostro gonfalone c’è una sola comunità che vuole guardare avanti e ricordare tutti i suoi caduti e tutti i suoi valori. Se vogliamo dare un senso a questa giornata di memoria dobbiamo fare in modo che le tante vite spezzate per quella Liberazione non siano andate perse invano, dobbiamo far vivere quei valori combattendo per mantenere la pace in tutto il mondo e continuando imperterriti a insegnare ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze che cosa sono la libertà e la democrazia. Perché solo così potremo avere una comunità migliore”.

Una foto delle celebrazioni (da facebook)

Una foto delle celebrazioni (da facebook)

Il sottosegretario Lotti: "Festeggiamo i ragazzi che allora misero a repentaglio la loro vita"
"Vogliamo festeggiare degnamente quelle persone che 70 anni fa, da ragazzi poco più che ventenni, mettevano a repentaglio la loro vita per liberare la città e tutto il Paese dall'occupazione nazifascista". Lo ha affermato Luca Lotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio,
"E' giusto essere qui come parlamentari fiorentini, e a rappresentare il governo in un giorno di festa per la città", ha aggiunto. A proposito dell'appello per la pace del sindaco Dario Nardella, Lotti ha ricordato che "Firenze è sempre stata una città aperta al dialogo, e sono convinto che possa fare la sua parte", e "non da sola", perché "anche il Governo aiuterà questa città" a dare un contributo per risolvere "la situazione internazionale critica che purtroppo stiamo vivendo".
Rivolgendosi su facebook al figlio di un anno Gherardo il sottosegretario Lotti scrive: "Essere partigiano significa essere 'di parte' e quei ragazzi erano di parte, stavano da una parte, la parte che voleva la libertà, che combatteva per la libertà e che moriva per la libertà".
"Vedi Gherardo - ha scritto Lotti sul proprio profilo - quelle donne e quegli uomini sono morti anche per noi e noi, per questo, tutti gli anni li ricordiamo con un festa perché quando non ci saranno più anche gli ultimi superstiti, e tu sarai grande, potrai ricordarti di loro e ricordarti sempre che la libertà è un bene troppo importante per delegarlo ad altri. La libertà va difesa e protetta, sempre"
Gruppo Pd: “Bene impegno Nardella su museo Resistenza”
“Il Pd condivide pienamente il richiamo ai valori della Liberazione che il sindaco Dario Nardella ha espresso nel suo intervento e gli impegni presi per la realizzazione del Museo della Resistenza”. Lo affermano i consiglieri comunali democratici.

“In particolare – sottolineano - condividiamo anche la preoccupazione che il sindaco ha espresso per l’attuale situazione internazionale, con grandi regioni del mondo sconvolte dalla guerra e da persecuzioni etniche e religiose”.
“Un ringraziamento, infine, a Vittorio Meoni – concludono -, allora antifascista incarcerato alle Murate, che attraverso la sua testimonianza ci ha ricordato ancora una volta quanto grande sia il valore della libertà e della democrazia e il dovere morale e politico di continuare a coltivare questi principi nelle istituzioni e nella vita politica e sociale”.

 

Toccafondi ricorda i militari Usa
"La distesa di croci bianche del cimitero statunitense è l'esempio più chiaro del sacrificio di migliaia di giovani che hanno dato la loro vita per la nostra libertà, salvando l'Italia dalla dittatura". Lo ha detto il coordinatore regionale toscano del Nuovo Centro Destra e sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi, che oggi ha preso parte alle celebrazioni per il 70/o anniversario della Liberazione di Firenze, prima al monumento ai caduti in piazza dell'Unità Italiana, poi, con una delegazione del partito, al cimitero americano dei Falciani. Dove sono sepolti più di quattromila militari americani caduti in territorio italiano, e sono riportati i nomi dei circa 1.400 militari Usa dispersi, Toccafondi ha deposto una corona alla memoria. "La giornata della Liberazione - ha dichiarato in una nota - è un momento di riconciliazione, di unità, concordia e libertà. Per questo abbiamo ricordato chi ha lottato e perso la vita per la nostra libertà, che fossero giovani partigiani o soldati di altre nazioni".

 

Mirko Dormetoni (Presidente Q4): “Felici di poter ospitare il Museo della Resistenza in quelle zone dove cittadini e cittadine, partigiani e partigiane, hanno combattuto per la Liberazione di Firenze”
“Orgogliosi di essere tra le tre possibili collocazioni del futuro Museo della Resistenza che ha appena annunciato il sindaco Nardella nel Salone dei Cinquecento”. Il Presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni saluta felicemente l’idea di un museo della Resistenza nel territorio Isolotto – Legnaia. “Saremmo felici di ospitarlo nella Limonaia di Villa Vogel o in un altro luogo del nostro Quartiere, in cui, come altre zone della città, in particolare a Soffiano, Monticelli e Pignone, cittadini e cittadine, partigiani e partigiane, hanno combattuto per la Liberazione di Firenze e dell’Italia. In ogni a caso – conclude il Presidente Dormentoni – qualunque sarà la scelta, daremo il nostro contributo affinché il Museo sia realizzato, per aiutare la Memoria storica della nascita dei nostri valori costituenti a restare viva e forte”.
Una foto delle celebrazioni (da facebook)

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Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa

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