Cave moderne per non far fuggire gli investitori

Cave Apuane

«Dare spazio ad un’attività estrattiva ecocompatibile non significa “chiudere e proibire”. Sostenere l’attività estrattiva vuol dire prima di tutto tempo burocratici certi e ridotti e norme chiare, motivate in maniera trasparente e realmente applicabili senza necessità di deroghe. Significa prima di tutto sburocratizzare, garantire che un’attività possa avviarsi, svilupparsi e concludersi in tempi ragionevoli, pena la fuga altrove degli investitori». Maria Teresa Fagioli, presidente dell'Ordine dei Geologi della Toscana, commenta la situazione cave nella Regione, in particolare quelle della zona delle Apuane al centro di polemiche per l'estrazione selvaggia e perché solo una piccola percentuale del marmo estratto viene lavorato sul territorio.

Anche la cava può essere ecocompatibile. «Una attività estrattiva compatibile – continua Fagioli - significa mantenere, o ricreare un indotto che permetta all’economia della zona di sopravvivere e crescere, significa dare la possibilità ai geologi di fare bene il proprio lavoro premiando la capacità professionale che si esplica in piani di coltivazione e gestione ottimali». La questione estrattiva è piuttosto sentita in Toscana dove il pensiero comune associa il tema cave, al marmo e «quindi agli agri marmiferi apuani, ai loro paesaggi maestosi prodotti nei secoli dalle attività umane su una natura essa stessa maestosa ed irripetibile».

Necessario il riordino delle cave. Una cultura e una tradizione di secoli che però deve fare i conti con i tempi di oggi. «La potenzialità apparentemente illimitata della tecnologia, la globalizzazione dei mercati e la crescente sensibilità ambientale impongano un riordino, una presa di coscienza, un’assunzione di responsabilità dei decisori pubblici al riguardo».

Coniugare salvaguarda del paesaggio e del lavoro. Per poter andare avanti in maniera efficiente, «si impone una mediazione ragionevole ed equa tra le esigenze dell’imprenditoria del settore, e del suo vasto indotto occupazionale, e quelle della sostenibilità e conservazione di una natura e di una qualità dell’ambiente anch’esse produttrici di posti di lavoro e di ricchezza». E i geologi, « nati come professionisti proprio in campo minerario estrattivo, ma il cui campo di attività si estende oggi olisticamente soprattutto proprio nello studio della sostenibilità delle attività umane e nella tutela della pubblica incolumità dai rischi naturali, sono forse la categoria più direttamente chiamata a fornire soluzioni accettabili per tutti».

La sfida parte dai geologi. Per trovare una via d'uscita occorrono professionalità e conoscenza della materia. «Le soluzioni dei problemi complessi cominciano da una corretta impostazione delle norme che sovrintendono alla convivenza civile, e la problematica “cave” di marmo, come degli altri geomateriali, non potrà mai arrivare a soluzione senza il contributo conoscitivo, tecnico, professionale e di passione dei professionisti della terra, noi geologi».

Una soluzione Apuane è possibile. «Per risistemare un’area di grande interesse politico, economico e spettacolare come quella del comprensorio del marmo è necessario un impegno ed un lavoro molto serio. È indispensabile non solo avere un quadro conoscitivo adeguato, ma anche tenerne conto, basarcisi. Ora che la politica ha finalmente deciso di intervenire è necessario evitare soluzioni affrettate e semplicistiche, impegnare a fondo in un dialogo tutte le parti in causa ed i geologi forse sono in tale contesto gli arbitri più autorevoli per evitare che di intervento a gamba tesa si tratti.

Il ruolo della Regione e della politica. «Ci aspettiamo che il Governo della Regione Toscana, in tutte le sue diverse espressioni ed appartenenze politiche non si esimerà dal tener conto che l’attività estrattiva è una risorsa economica che va ben normata, certo, ma anche sostenuta e sviluppata nel rispetto dell’ambiente e della risorsa stessa senza che ciò comporti iter procedurali interminabili, che la figura del geologo professionista è specialmente, in questo settore (ma non solo) fondamentale per un corretto utilizzo della risorsa». E «per uno sviluppo reale e realmente sostenibile della risorsa le mezze misure, i compromessi al ribasso, le ambiguità e lo spazio a molteplici interpretazioni sarebbero presupposto certo per una inaccettabile anarchia. Anarchia con la “a” minuscola, sia chiaro, per non rischiar di denigrare quell’eroico, utopico ideale così storicamente radicato nelle terre del marmo, in particolare tra cavatori delle “lizze” del tempo che fu».

Fonte: Ordine Geologi della Toscana - ufficio stampa

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