
Con Franco Ferrucci non scompare solo uno storico libraio e un valido editore e neppure un prestigioso operatore culturale. Con Franco scompare l’anima nobile della cultura livornese. E la nobiltà più che nella sua cultura e nella sua passione per l’editoria risiedeva nel suo disinteressato amore a far innamorare gli altri della cultura e soprattutto nel promuovere le intelligenze altrui. Curioso, ironico, sagace lascia un vuoto certamente difficile da colmare ma al tempo stesso ci consegna l’eredità più preziosa: l’amore per i libri. Ha collaborato molto anche con il Comune per manifestazioni di grande interesse e spessore culturale: tra tutte ricordiamo “Mangiarsi le parole”, “Eden” e il recente programma di presentazione di autori a Villa Maria.
Ricorderemo sempre quella sua spontanea cordialità che aveva trasformato gli ambienti della libreria in luoghi di incontri, di scambi di idee e di elaborazione di progetti editoriali. Luoghi semplici di vita culturale vissuta.Io personalmente, da appassionato lettore e frequentatore della sua libreria, ricorderò sempre le lunghe chiacchierate con Franco, i suoi sempre azzeccati consigli letterari, la sua simpatia e le sue battute pungenti, i suoi guizzi e la saggezza di chi conosce bene la vita.
Fonte: Comune di Livorno - Ufficio Stampa
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