Centro Democratico: "Legge elettorale, è necessario garantire maggiore rappresentanza"

Maria Luisa Chincarini

La nuova legge elettorale al varo in Toscana presenta alcune luci e molte ombre. Nell'impianto complessivo, non mi dispiace l'aspirazione a garantire una solida governabilità all'istituzione regionale. Purtroppo, molte e fin troppo evidenti sono le contraddizioni che animano questo testo figlio dell'accordo tra Pd e Forza Italia. Il dato peggiore è senza dubbio quello che riguarda la rappresentanza. Con le soglie di sbarramento alte e variabili il rischio concreto è quello di cancellare dallo scenario regionale ogni forma di pluralismo: con gli sbarramenti così pensati (5% per la singola lista e 10% per la coalizione) le minoranze rischiano di scomparire.

Altra nota dolente è quella delle preferenze. Se da un lato queste vengono reintrodotte, dall'altro si è voluto mantenere un listino regionale bloccato di tre nomi (con rappresentanza di genere), così che ancora una volta saranno le Segreterie di Partito a nominare almeno una parte dei futuri quaranta consiglieri regionali.

Ultimo ma non ultimo, c'è il sospetto che anche la nuova legge elettorale toscana profumi di incostituzionalità, così come il porcellum e, forse, anche lo stesso Italicum. Se da una parte, come ho scritto, si fa ricorso a soglie di sbarramento molto alte (rispettivamente 3%, 5% e 10% per partiti di coalizioni, singole liste e coalizioni), dall'altra è anche garantito un importante premio di maggioranza: il 60% dei seggi per chi ottiene il 45% dei consensi (con eventuale ballottaggio sul modello Italicum).

Si sa, sbarramento e premi non vanno a braccetto se, oltre alla governabilità, si vuole (come si dovrebbe) garantire anche il sacrosanto principio di rappresentanza. Le minoranze rischiano di sparire e lo scenario che si delinea è quello di un oligopolio della maggioranza. Quanto di peggio si possa immaginare per la nostra già traballante democrazia.

Un'ultima notazione meramente politica. Mi sgomenta, personalmente, il modo in cui larga fetta delle forze minori presenti in Regione abbiamo accolto e, talvolta, sposato con entusiasmo questa riforma di legge elettorale, gettandosi senza colpo ferire, salvo rare eccezioni, in pasto a questa proposta che non farà che cancellarle dalla scena politica regionale.

Adesso attendiamo l'ultimo passaggio in Commissione e a settembre il testo arriverà in Aula del Consiglio regionale. Il tempo per pensare ad alcune modifiche e raddrizzare il tiro su questa proposta c'è ancora, mantenendo fermo il principio di governabilità ma rafforzando con decisione la rappresentanza. Se però arriveremo a votare la nuova legge elettorale così come oggi ci viene presentata e venduta, ovvero un "compromesso innovativo", dovrò profondamente riflettere su quello che alla fine sarà il mio voto in aula che, ad oggi, non è affatto scontato.

Fonte: Gruppo Consiliare Centro Democratico - ufficio stampa

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