
Applausi non di rito per 'Finis Terrae', dramma popolare 2014 e spettacolo di punta della 68^ Festa del teatro a San Miniato. Giovedì 17 luglio, durante la rappresentazione in anteprima per la stampa, lo spettacolo ha raccolto consensi non deludendo le grandi aspettative della vigilia. Ora la prima prevista per venerdì 18 luglio e poi repliche fino al 23. Prodotto dalla Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato in collaborazione col Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, diretto da Antonio Calenda e scritto Gianni Clementi, 'Finis Terrae' racconta il dramma dell'immigrazione con un linguaggio e una sceneggiatura che abilmente mischia i toni drammatici a quelli della commedia.
Questa la sinossi dello spettacolo tratta dal sito web ufficiale della Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato:
Si tratta di un apologo sulla povertà, sul destino degli ultimi della terra, perseguitati, forzati alla migrazione sulle nostre coste, dove troveranno però una realtà corrotta dalla superficialità e dalla cultura del benessere e del consumo. Una realtà in cui un uomo vale per quanto possiede e non per ciò che è, e dove nella dilagante indifferenza e nella costante insoddisfazione sta andando perduto il senso della responsabilità e della compassione.
In questo gorgo buio del nostro presente indaga Finis Terrae, intrecciando - com'è dono della scrittura di Clementi e come vuole la concezione di Calenda - accesa denuncia e leggerezza dei toni, echi danteschi a profili di personaggi che ci appaiono vivi, potenti nella loro verità.
Antonio Calenda sceglie la drammaturgia di un autore contemporaneo di notevole interesse e - nei ruoli dei protagonisti - due interpreti di comprovato talento e in profonda sintonia come Nicola Pistoia e Paolo Triestino, per affrontare, fra onirismo e lancinante verità, temi contemporanei. Ciò assumendo il teatro a luogo che da sempre trova il suo senso più profondo nella rappresentazione delle ingiustizie epocali, nella riflessione sulle oscurità e sui contrasti del mondo: ed il mondo attuale ci chiama con urgenza - basti pensare alle recenti parole e ai molti richiami di Papa Francesco - a prendere coscienza della situazione dei diversi, degli ultimi che chiedono riabilitazione e dignità umana.
Argomenti estremi e delicati che lo spettacolo saprà toccare attraverso il senso d'ironia e una malinconia esistenziale alta e placata.
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